Posizione
- Nazione:
- Italia
- Indirizzo:
- Corso Nazionale, 576
- CAP:
- 19122
- Latitudine:
- 44.12076182854
- Longitudine:
- 9.8411592270028
Informazioni
- Luogo di collocazione:
- Marciapiede di fronte a cancello di accesso a giardino del palazzo. Sono dal lato di fronte al Supermercato e in prossimità della rotonda lato Corso Nazionale incrocio con Via Parma
- Data di collocazione:
- Informazione non reperita
- Materiali (Generico):
- Ottone, Pietra
- Materiali (Dettaglio):
- Blocco in porfido, di misura solitamente 10x10 centimetri, ricoperto da una piastra di ottone posta sulla faccia superiore con incisa l'iscrizione.
- Stato di conservazione:
- Buono
- Ente preposto alla conservazione:
- Informazione non reperita
- Notizie e contestualizzazione storica:
- BIOGRAFIE:
Agostino Virdis nacque a Sorso (Sassari) il 18/2/1896 e visse in Corso Nazionale n.61 (ora Via Paolucci de’Calboli, n.6) al La Spezia. Fu mutilato durante la prima guerra mondiale. Egli era sposato con Benedetta Gaeta con la quale ebbe tre figli di nome Antonio, Iole e Silvio.
Fu un archivista alle Imposte Dirette, consigliere dell’Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra e infine socio fondatore della Pubblica Assistenza Croce Bianca di Riomaggiore 1921.
Durante la sua vita non appoggiò nessuna formazione politica. Venne arrestato il 22 Marzo 1944 e successivamente incarcerato nella caserma XXI fanteria alla Spezia, un luogo dove i prigionieri subivano gravi
torture. Venne prima trasferito al carcere di Marassi a Genova e infine il 13 Gennaio 1945 al campo di concentramento di Bolzano (matricola n. 8226) fino al 1° febbraio 1945 quando fu deportato con il trasporto n.119 a Mauthausen, identificato con matricola 126492 e poi trasferito nel sotto campo di Gusen dove morì tristemente il 17 Marzo 1945.
Giotto Peschiera nacque a Fornovo Taro (PR) il 14 Agosto 1924 e visse in Corso Nazionale n.61 (ora Via Paolucci de’Calboli, n.6) a La Spezia. Fu capo Stazione alla stazione di Migliarina e non si sposò.
Venne arrestato il 15 Ottobre 1944 dalle Brigate Nere con la falsa accusa di collaborazione con i partigiani.
Dopo l’arresto venne incarcerato nella caserma XXI fanteria alla Spezia, un luogo dove i prigionieri subivano gravi torture. Venne trasferito prima al carcere di Marassi a Genova l’8 Dicembre 1944 e successivamente al campo di concentramento di Bolzano il 14 Gennaio 1945 fino al 01 febbraio 1945, quando fu deportato a Mauthausen, dove venne identificato con matricola n.114062. Infine venne trasferito a Melk dove venne ingiustamente assassinato l’8 Marzo 1945.
Contestualizzazione storica:
Con l’avvicinamento diplomatico dell’Italia fascista alla Germania nazista nel corso degli anni ’30 e con l’inizio della seconda guerra mondiale emerge un asse militare e diplomatico che trascinerà l’Italia in una guerra che poi diventerà guerra civile, tra fascisti e antifascisti della Resistenza.
La collaborazione dell’Italia fascista e poi della RSI alla macchina dello sterminio, alla deportazione di categorie sociali specifiche – oppositori politici, ebrei, slavi, disabili, rom e sinti, testimoni di Geova, internati miliari - nei campi di concentramento è una delle pagine più buie e vergognose della storia italiana.
Questa crudele e disumana misura di controllo, atta a ridurre i prigionieri in condizioni di lavoro forzato, ha interessato da vicino il territorio spezzino. La Spezia era una città strategica con il suo Arsenale militare, le sue industrie belliche, la sua posizione strategica e proprio a due passi dalla Linea Gotica. L’attività partigiana in quest’area era fortissima e numerose sono le attività antifasciste che attraversano la città producendo conflitti sia cittadini che sulle montagne e colline limitrofe, in Val di Vara e in Lunigiana. Infatti i deportati totali da La Spezia furono 585 e le loro storie, così come le ragioni di quelle deportazioni, sono molto diverse. Ad esempio abbiamo operai, commercianti, professionisti, agenti di polizia, sacerdoti i quali si erano opposti e avevano collaborato con i partigiani, coinvolti all’interno di spedizioni punitive anche collettive. Ma non solo: anche la comunità ebraica spezzina venne colpita da tali ingiustizie (circa il 15% sul totale dei deportati), insieme a una piccola percentuale della comunità rom e sinti.
La maggior parte dei deportati veniva prelevata dalle proprie case e condotta in luoghi destinati alla tortura per cercare di estrapolare più informazioni possibili sulle attività di Resistenza: il XXI° Reggimento fanteria, proprio qui nel parco del 2 Giugno dove oggi sorge la nostra scuola, è ricordato come luogo del terrore, per la sua terribile crudeltà. Da qui si passava poi ai binari del treno che passavano a fianco per essere trasportati in diversi istituti di detenzione, come il carcere di Marassi, nei pressi di Genova. Successivamente i deportati venivano trasferiti nei campi di smistamento di Bolzano, spesso passando per il campo di Fossoli, nei pressi di Modena, nei quali erano presenti civili arrestati per motivi politici (partigiani, sindacalisti, rastrellati) e per motivi razziali.
Infine il doloroso cammino si interrompeva all’interno dei campi di concentramento sparsi nel nord-est d’Europa. La maggioranza dei deportati spezzini registrati vennero internati nei campi di Mauthausen, Auschwitz e quello femminile di Ravensbruck.
La maggior parte non fece mai ritorno.
Contenuti
- Iscrizioni:
- QUI ABITAVA AL N.6
AGOSTINO VIRDIS
NATO 1896
ARRESTATO 22.11.1944
DEPORTATO
MAUTHAUSEN
ASSASSINATO 17.3.1945
GUSEN
QUI ABITAVA AL N.6
GIOTTO PESCHIERA
NATO 1924
ARRESTATO 15.10.1944
DEPORTATO
MAUTHAUSEN
- Simboli:
- Informazione non reperita
Altro
- Osservazioni personali:
- Informazione non reperita