Posizione
- Nazione:
- Italia
- Indirizzo:
- Via Raffaele De Nobili, 79
- CAP:
- 19121
- Latitudine:
- 44.106327124969
- Longitudine:
- 9.8182684128975
Informazioni
- Luogo di collocazione:
- Piccolo spiazzo di fronte al civico 79
- Data di collocazione:
- Informazione non reperita
- Materiali (Generico):
- Bronzo, Pietra
- Materiali (Dettaglio):
- Blocco in porfido, di misura solitamente 10x10 centimetri, ricoperto da una piastra di ottone posta sulla faccia superiore con incisa l'iscrizione.
- Stato di conservazione:
- Ottimo
- Ente preposto alla conservazione:
- Informazione non reperita
- Notizie e contestualizzazione storica:
- Informazioni biografiche:
Amelia Giardini nasce a La Spezia il 30 maggio 1882 in una famiglia della media borghesia della città. Coniugata Paganini, madre di cinque figli, fu presidente delle donne cattoliche e della Protezione della Giovane nella sua città e non aderì mai al partito fascista. Rimane vedova nel 1938 e, allo scoppio della guerra, trasferisce la famiglia a San Benedetto per difendersi dai bombardamenti. Dopo l'8 settembre 1943 offre nella sua casa ospitalità e aiuto ai partigiani. La notte tra il 2 e il 3 luglio del '44 è arrestata assieme alle figlie Bianca e Bice come conseguenza della cattura del figlio Alfredo, partigiano come l'altro figlio Alberto. Viene incarcerata a Villa Andreino, quindi trasferita al Campo di Bolzano, viene deportata, assieme alle figlie, nel campo femminile di Ravensbruck dove morirà intorno al gennaio 1945.
Alfredo Paganini, laureando presso l'Università di Genova, aderì a Giustizia e Libertà, movimento politico e organizzazione partigiana. Operò insieme al fratello maggiore Alberto nella IV Zona operativa di La Spezia al comando del colonnello Fontana. Sceso in città per procurare medicinali, fu accerchiato dai fascisti in piazza Garibaldi in seguito a una delazione e arrestato il 2 luglio 1944. Detenuto a Villa Andreino e poi a Genova nella Casa dello studente dove venne torturato, fu trasportato al campo di Fossoli, quindi a Bolzano, a Dachau, a Flossenburg e infine nel sottocampo di Hersbruck, dove venne massacrato di botte e ucciso il 6 dicembre 1944.
Contestualizzazione storica:
Con l’avvicinamento diplomatico dell’Italia fascista alla Germania nazista nel corso degli anni ’30 e con l’inizio della seconda guerra mondiale emerge un asse militare e diplomatico che trascinerà l’Italia in una guerra che poi diventerà guerra civile, tra fascisti e antifascisti della Resistenza.
La collaborazione dell’Italia fascista e poi della RSI alla macchina dello sterminio, alla deportazione di categorie sociali specifiche – oppositori politici, ebrei, slavi, disabili, rom e sinti, testimoni di Geova, internati miliari - nei campi di concentramento è una delle pagine più buie e vergognose della storia italiana.
Questa crudele e disumana misura di controllo, atta a ridurre i prigionieri in condizioni di lavoro forzato, ha interessato da vicino il territorio spezzino. La Spezia era una città strategica con il suo Arsenale militare, le sue industrie belliche, la sua posizione strategica e proprio a due passi dalla Linea Gotica. L’attività partigiana in quest’area era fortissima e numerose sono le attività antifasciste che attraversano la città producendo conflitti sia cittadini che sulle montagne e colline limitrofe, in Val di Vara e in Lunigiana. Infatti i deportati totali da La Spezia furono 585 e le loro storie, così come le ragioni di quelle deportazioni, sono molto diverse. Ad esempio abbiamo operai, commercianti, professionisti, agenti di polizia, sacerdoti i quali si erano opposti e avevano collaborato con i partigiani, coinvolti all’interno di spedizioni punitive anche collettive. Ma non solo: anche la comunità ebraica spezzina venne colpita da tali ingiustizie (circa il 15% sul totale dei deportati), insieme a una piccola percentuale della comunità rom e sinti.
La maggior parte dei deportati veniva prelevata dalle proprie case e condotta in luoghi destinati alla tortura per cercare di estrapolare più informazioni possibili sulle attività di Resistenza: il XXI° Reggimento fanteria, proprio qui nel parco del 2 Giugno dove oggi sorge la nostra scuola, è ricordato come luogo del terrore, per la sua terribile crudeltà. Da qui si passava poi ai binari del treno che passavano a fianco per essere trasportati in diversi istituti di detenzione, come il carcere di Marassi, nei pressi di Genova. Successivamente i deportati venivano trasferiti nei campi di smistamento di Bolzano, spesso passando per il campo di Fossoli, nei pressi di Modena, nei quali erano presenti civili arrestati per motivi politici (partigiani, sindacalisti, rastrellati) e per motivi razziali.
Infine il doloroso cammino si interrompeva all’interno dei campi di concentramento sparsi nel nord-est d’Europa. La maggioranza dei deportati spezzini registrati vennero internati nei campi di Mauthausen, Auschwitz e quello femminile di Ravensbruck.
La maggior parte non fece mai ritorno.
Contenuti
- Iscrizioni:
- QUI ABITAVA
ALFREDO PAGANINI
NATO 1918
ARRESTATO 2.7.1944
DEPORTATO FLOSSENBURG
ASSASSINATO 6.12.1944
HERSBRUCK
QUI ABITAVA
AMELIA GIARDINI
PAGANINI
NATA 1882
ARRESTATA 3.7.1944
DEPORTATA RAVENSBRUCK
ASSASSINATA 1.1.1945
- Simboli:
- Informazione non reperita
Altro
- Osservazioni personali:
- Informazione non reperita