258321 - Pietre d’inciampo in memoria di Lea Behar e Sara Dana – Milano

Le pietre d’inciampo (stolpersteine) furono ideate dall’artista tedesco Gunter Demnig per tramandare la memoria delle persone deportate, fatte morire o uccise nei lager nazisti.
Sono cubetti in porfido ricoperti di ottone di circa cm. 10×10 su cui sono incisi nome, cognome, luogo e data di nascita e di morte della persona ricordata e tipicamente vengono inserite nel marciapiede davanti a quella che fu la loro abitazione.

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Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
quartiere Varesina
Indirizzo:
VIA Casella, 41
CAP:
20151
Latitudine:
45.4950499
Longitudine:
9.1431128

Informazioni

Luogo di collocazione:
Marciapiede di fronte a quella che fu la loro abitazione
Data di collocazione:
2024
Materiali (Generico):
Ottone, Pietra
Materiali (Dettaglio):
Cubo di porfido (10x10 centimetri) con placca in ottone nella parte a vista.
Stato di conservazione:
Ottimo
Ente preposto alla conservazione:
Informazione non reperita
Notizie e contestualizzazione storica:
Lea Behar e Sara Dana.

Lea Behar giunse in Italia negli anni '20 dalla Turchia.
La famiglia Dana con cinque fratelli, la sorella Lea, i rispettivi coniugi ed altri parenti.
Assunsero tutti la Cittadinanza Italiana e riuscirono a restare uniti, abitando piuttosto vicini fra loro (via Casella, viale Espinasse, Corso Sempione) ed ad aprire piccole attività commerciali.
A causa delle leggi razziali promulgate nel 1938, persero la cittadinanza e divennero apolidi: una condizione questa che rese la loro vita un inferno.

Lea Behar che da pochi anni era vedova, trovò ospitalità e rifugio (anche dai bombardamenti) per sè e per le figlie Sara ed Estrea (Stella), presso la famiglia Modena di Cantù (in provincia di Como).
Quando però il 29 ottobre 1943 Sara dovette essere ricoverata all'ospedale Santa Corona di Pietra Ligure (prov. Savona), Stella e sua madre Lea furono costrette a tornare a Milano sotto le bombe.
Il giorno 8 novembre 1943 Lea si recò presso la Comunità Ebraica di via Guastalla 19, dove lei si recava per il sussidio di vedovanza.
Quello stesso giorno, un gruppo di nazisti in borghese capeggiati da Otto Koch (vedi Villa Triste), irruppe negli uffici ed arrestò una quindicina di persone fra cui Lea. Dapprima rinchiusa a San Vittore, il 6 dicembre 1943 col 'Trasporto n.12' fu spedita ad Auschwitz, dove giunse l’11 dicembre. La data della sua morte è ignota.
Sua figlia Stella rimasta ormai sola, fu ospitata temporaneamente dallo zio Salomone e successivamente salvata da una famiglia milanese che la tenne nascosta.
Ma da Pietra Ligure, Sara Dana, ignara della sorte della sorella e della madre, scrisse loro una cartolina che fu intercettata in via Casella.
Le S.S. del Comando di Genova, furono informate della cartolina e seppero dai Carabinieri di Pietra Ligure che Sara Dana era ricoverata nell’Ospedale Santa Corona.
Il 29 dicembre 1943 il Comandante dei Carabinieri con due SS, prelevò Sara e da Pietra Ligure la portò in auto nel carcere milanese di San Vittore.
Il 30 gennaio 1944, col 'Trasporto 24' Sara fu deportata ad Auschwitz, dove arrivò il 6 febbraio.
La data della sua morte è ignota.

Si vedano anche:
  • Villa Triste (ex villa Fossati)
  • Banda Otto Koch
  • Milanocittastato
  • Milanoguida
  • Io sopravvissuto a Villa Triste (6 capitoli)
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    FONTE:
  • Pietredinciampo.eu
  • Contenuti

    Iscrizioni:

    QUI ABITAVA
    LEA BEHAR
    NATA 1900
    ARRESTATA 8.11.1943
    DEPORTATA
    AUSCHWITZ
    ASSASSINATA



    QUI ABITAVA
    SARA DANA
    NATA 1927
    ARRESTATA 29.12.1943
    DEPORTATA
    AUSCHWITZ
    ASSASSINATA

    Simboli:
    Informazione non reperita

    Altro

    Osservazioni personali:
    Informazione non reperita

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