3433 - Quadra dei Caduti della prima guerra mondiale – Modena

La  “Quadra dei Caduti della prima guerra mondiale” è  un Sacrario ubicato nel Cimitero monumentale di San Cataldo a Modena,  in cui sono sepolti oltre 1000 soldati, tra i quali alcuni stranieri e 24  ufficiali morti negli ospedali di Modena e provincia, per cause di guerra,  dal 24 maggio 1915 al 31 ottobre 1920.  L’area  nel 1915 è stata destinata alle sepolture dei soldati, ma  ha ricevuto l’attuale sistemazione agli inizi degli anni trenta, quando sono stati eretti i cippi dei soldati e sopraelevate le tombe degli ufficiali. I cippi sono disposti in  file regolari su tutta l’area del campo e, simmetricamente all’asse della “quadra”, lungo il lato est, sono situate le tombe degli ufficiali al centro delle quali è collocata una grande lapide con inciso il “Bollettino della Vittoria” di Diaz.  Al centro del campo, in corrispondenza del cippo 485, più grande degli altri, si trova l’ossario. Di fronte alle “sepolture”, nel loggiato,  è posto un monumento ai Caduti, opera di Giuseppe Menozzi;  tale monumento in un progetto del 1921 avrebbe dovuto essere parte integrante della “quadra”.

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Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Cimitero San Cataldo
Indirizzo:
strada cimitero San Cataldo
CAP:
41123
Latitudine:
44.6622357
Longitudine:
10.90407300000004

Informazioni

Luogo di collocazione:
Area situata al centro del quadrilatero del cimitero monumentale e appositamente destinata alla sepoltura dei Caduti della prima guerra mondiale
Data di collocazione:
anno di inaugurazione del memoriale 1934
Materiali (Generico):
Marmo, Pietra
Materiali (Dettaglio):
Sia le lapidi sia il rivestimento delle 24 tombe che ospitano le salme degli ufficiali sono di marmo Chiampo bianco; sopra le lapidi anche le croci sono in marmo, ma di colore diverso. I cippi dei soldati e dei graduati di truppa sono di pietra di San Gottardo. Probabilmente i cippi erano stati inizialmente dipinti di bianco, ma attualmente la superficie è molto deteriorata e non c'è traccia di colore; non sono leggibili nemmeno i nomi dei soldati.
Stato di conservazione:
Sufficiente
Ente preposto alla conservazione:
comune di Modena
Notizie e contestualizzazione storica:
Nel Dicembre 1915 l’amministrazione comunale di Modena destina una “quadra” del cimitero di San Cataldo per la sepoltura delle salme di militari morti negli ospedali di Modena e provincia per cause di guerra; le prime sepolture risalgono al 1915.
Alla fine della guerra lo Stato italiano deve, però, fare i conti con l’enorme problema della sistemazione delle salme dei caduti, sepolte, spesso, in cimiteri in prossimità dei campi di battaglia; deve sia progettare modalità di commemorazione del loro sacrificio e di conservazione del ricordo, sia razionalizzare gli spazi da destinare ai caduti, anche all’interno dei cimiteri civili. Vengono, quindi, istituite Commissioni come la Commissione Nazionale per le Onoranze ai Militari d’Italia e dei Paesi Alleati Morti in Guerra (Regio decreto 13 aprile 1919). A Modena, nel 1921, si costituisce un comitato, voluto dalla Associazione Madri e Vedove dei Caduti, che promuove la creazione di un monumento commemorativo. Tale monumento, ubicato nel porticato posto di fronte alla “quadra”, è inaugurato, insieme al campo, l’otto di dicembre 1923 alla presenza del re. In un articolo della Gazzetta dell’Emilia, del 7 dicembre 1923, che annuncia l’evento si legge: “Domani l’Augusta persona di S.M. il re con la sua visita all’Ossario di San Cataldo -Monumento eretto da chi non dimentica il sacrificio dei nostri nobili Figli - renderà onore alla memoria di 850 eroi che caddero per darci una Patria libera e forte”. Nel 1923 nella “quadra dei caduti” sono, quindi, già 850 le sepolture.
Il Commissario straordinario per le Onoranze, il generale Giovanni Faracovi, nominato nel 1927, decide che, a livello nazionale, la sistemazione delle salme diventi “perpetua” e fissa i “principi” a cui devono attenersi le strutture destinate alle sepolture: “Perpetuità, Individualità, Monumentalità, Posti d'Onore ai decorati e Promiscua raccolta dei gloriosi Resti unicamente per le Salme non identificate” . Una disposizione del governo nazionale, resa nota con foglio prefettizio N. 1087/1049 del 24 gennaio 1928 e dal C.P.S. del 26 gennaio1928 n. 3259 dispone che le salme dei militari italiani od alleati od ex nemici inumate nel territorio del Regno siano conservati in perpetuo: ”Per effetto delle disposizioni contenute in un R. Decreto, Legge di prossima emanazione, le salme dei militari italiani morti nell’ultima guerra mondiale, dal 24 maggio 1915 al 31 ottobre 1920, dovranno essere conservate in perpetuo nei cimiteri e negli ossari. Uguale trattamento deve essere fatto alle salme dei militari appartenenti agli eserciti alleati ed anche a quelli ex nemici inumati nel territorio del Regno. Prego pertanto provvedere perché le disposizioni succennate siano osservate, nel modo più assoluto, e che le salme di cui sopra siano conservate ad perpetuum nei posti dove si trovano, senza che siano soggette alla esumazione decennale prescritta per tutte le altre salme dal vigente regolamento di polizia mortuaria.(…)” Si tratta, quindi di dare un assetto definito alle sepolture dei Caduti “con carattere di maggiore decoro”, che permetta la individuazione delle salme (…) e assicuri la perpetuità del ricordo”. Il Municipio di Modena acquisisce tale disposizione, come risulta dalla delibera del podestà del 27 novembre 1930 in cui si dichiara la perpetuità del campo nel quale riposano le salme dei soldati morti a Modena dal 24 maggio 1915 al 31 ottobre 1920 e si determina “di inumarsi, man mano che saranno soggetti ad esumazione ordinaria, i resti dei militari morti nello stesso periodo e che, per varie ragioni, si trovano sepolti in altri reparti del Cimitero o in altri cimiteri; nonché quelli che sono stati esumati negli anni 1926-1930”. 1)
Si dà, inoltre, l’incarico alla Divisione dei lavori pubblici di elaborare un progetto e un preventivo per una “decorazione uniforme delle fosse e delle tombe” .
Il piano di Faracovi trova una sua conferma e sanzione nella legge n. 877 del 12 giugno 1931 che ne definisce in modo organico i criteri di attuazione. 2)
Tale legge, infatti, attribuisce a un Commissario per le Onoranze ai caduti, alla dipendenza diretta del Ministero della Guerra e assistito da una Commissione, il compito di provvedere alla sistemazione dei cimiteri di guerra dei territori delle provincie, indicate nell’art. 5, di Brescia, Sondrio, Verona, Mantova, Vicenza, Padova, Treviso, Belluno, Venezia, Trento, Trieste, Udine, Gorizia, Pola, Fiume, Zara. Prevede, tuttavia, contributi finanziari ai Comuni che non sono compresi nei territori elencati nell’articolo sopra citato
L’art. 12 della legge recita infatti: “le sepolture militari esistenti nei cimiteri civili nel territorio anche non comprese nell’art. 5 della presente legge dovranno conservarsi in perpetuo a cura dei Comuni interessati. A richiesta dei Comuni stessi e mediante convenzioni da approvarsi dal capo del Governo di concerto con i Ministri per l’interno e per le finanze, sono fissate le somme da corrispondersi dallo Stato a titolo di contributo nelle spese di manutenzione e custodia delle sepolture medesime (…).” 3)
La Divisione Sanità del Municipio di Modena, quindi, fa presente la necessità di produrre il progetto (vedi delibera del 27 novembre 1930) di sistemazione del Campo dei Caduti della guerra del 15-18 del Cimitero di San Cataldo in tempi stretti per presentare domanda di contributo dello Stato nelle spese di realizzazione. Il progetto, presentato dalla Divisione dei Lavori pubblici il 18 il novembre 1931, finalizzato a dare una sistemazione al campo non solo razionale, ma anche estetica, viene poi sottoposto alla approvazione di una Commissione formata dal Presidente dell’Associazione Combattenti, (Gr. Uff. Avv. Vittorio Arangio Ruiz) dal Presidente dell’Associazione Mutilati, dal Presidente dell’Associazione Madri e Vedove di Guerra, dal delegato della Federazione Fascista, dal Presidente dei Sindacati Artisti. Il 29 luglio 1932 in una riunione convocata dal podestà per discutere e approvare il progetto di sistemazione della “Quadra dei Caduti” alla Commissione (sono presenti solo tre commissari) vengono illustrate le seguenti proposte:
1. “Erigere una gran croce in legno ricoperto di rame nel punto centrale della quadra”
2. “Per ogni salma adottare tipi di cippi e di croci in marmo, od anche croci di ferro battuto, con targa di bronzo e di rame”
3. “Disporre le tombe degli ufficiali simmetricamente all’asse della quadra lungo il lato di levante con lapidoni di marmo Chiampo”
4. “Nel centro della schiera degli ufficiali collocare una grande lapide con inciso il Bollettino della Vittoria”. 4)
Tali proposte vengono approvate e molto apprezzate dai Commissari presenti che scelgono per ogni soldato e graduato di truppa “il cippo prismatico a base rettangolare in marmo di Verona a faccia superiore inclinata a bocca di flauto, con sovrapposta targa in rame sbalzato portante il numero e il nome del Caduto”.
Il 29 ottobre 1932 il podestà delibera l’esecuzione dei lavori relativi alla realizzazione del progetto approvato dalla Commissione. In una successiva riunione (25 aprile 1933) della Commissione si introduce, tuttavia, una variante al primitivo progetto del cippo per ogni soldato e graduato di truppa: “spianamento della parte superiore che nel campione è a piani inclinati…lo zoccolo dovrà essere più piccolo.5) Altra variante sarà, inoltre, apportata dall’Ufficio Tecnico nella scelta del materiale per la realizzazione dei cippi per i soldati, non più marmo, ma pietra di San Gottardo o Vicenza con basamento in pietra arenaria.
Viene aggiudicata la fornitura di 943 di cippi, per i militari di truppa “da disporre in file regolari e simmetriche” Le lapidi e il rivestimento della parte muraria sottostante delle tombe dei 23 Ufficiali lungo il lato est della Quadra sono, invece, in marmo di Chiampo; le lapidi misurano 3,08x1,40x0,25, il rivestimento della parte muraria sottostante ha uno spessore di cm. 5. 6) La grande lapide con inciso il Bollettino della Vittoria da disporre al centro delle tombe degli ufficiali viene trasportato direttamente da Chiampo.
Il 12 luglio 1933 vengono definitivamente tumulate nelle tombe lungo il lato est della Quadra dei caduti le salme degli ufficiali, trasferite provvisoriamente il 10 di aprile 1933 “per il tempo necessario al rifacimento e alla sopraelevazione delle tombe stesse”. 7)
È probabile che l’inaugurazione della “quadra dei caduti” sia stata effettuata il 28 ottobre 1934; figura in un elenco di opere pubbliche da inaugurarsi il 28 ottobre, inviato dal podestà al prefetto il 16 ottobre. 8)

1) ASCMO Atti amministrativi , Onoranze, 1934 b. 1429, prot.15346/1060
2) ASCMO Atti amministrativi , Onoranze, 1934 b. 1429 non protocollata
3) ASCMO Atti amministrativi , Onoranze, 1934 b. 1429 non protocollata
4) ASCMO Atti amministrativi , Onoranze, 1934 b. 1429 , prot. 7129
5) ASCMO Atti amministrativi , Onoranze, 1934 b. 1429, prot. 5511/1933
6) ASCMO Atti amministrativi , Onoranze, 1934 b. 1429, prot. 430/75
7) ASCMO Atti amministrativi , Onoranze, 1934 b. 1429 , prot. 10508
8) ASCMO Atti amministrativi , Onoranze, 1934 b. 1429, prot. 14400/1934

Contenuti

Bolletino della Vittoria di Diaz

Al centro della fila delle tombe degli ufficiali si trova una lapide di grande dimensione, dello stesso marmo Chiampo delle tombe, su cui è inciso il bollettino della Vittoria di Diaz di seguito riportato:

“La guerra contro l’Austria-Ungheria che, sotto l’alta guida di S.M. il Re, duce supremo, l’Esercito Italiano, inferiore per numero e mezzi, iniziò il 24 maggio 1915 e con fede incrollabile e tenace valore condusse ininterrotta ed asprissima per 41 mesi è vinta.

La gigantesca battaglia ingaggiata il 24 dello scorso ottobre ed alla quale prendevano parte 51 divisioni italiane, 3 britanniche, 2 francesi, una cecoslovacca ed un reggimento americano, 73 divisioni austroungariche, è finita.

La fulminea e arditissima avanzata del 29° corpo d’armata su Trento, sbarrando le vie della ritirata alle armate nemiche del Trentino, travolte ad occidente dalle truppe della 7° armata e ad oriente da quella della sesta e quarta, ha determinato ieri lo sfacelo totale  della fronte avversaria.                       Dal Brenta al Torre l’irresistibile slancio della dodicesima, della ottava, della decima armata e delle divisioni di cavalleria, ricaccia sempre più indietro il nemico fuggente.

Nella pianura, S.A.R. il Duca d’Aosta avanza rapidamente alla testa della sua invitta terza armata anelante di ritornare sulle posizioni da essa già vittoriosamente conquistate, che mai aveva perdute.

L’Esercito Austro-Ungarico è annientato: esso ha subito perdite gravissime nell’accanita resistenza dei primi giorni e nell’inseguimento ha perdute quantità ingentissime di materiale di ogni sorta e pressoché per intero i suoi magazzini e i depositi. Ha lasciato finora nelle nostre mani circa trecentomila prigionieri con interi stati maggiori e non meno di cinquemila cannoni.

I resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo risalgono in disordine e senza speranza le valli, che avevano disceso con orgogliosa sicurezza.” Diaz

Tale elemento non è destinato alle sepolture ma è perfettamente integrato nell’insieme sia per la collocazione sia per il valore storico e simbolico.

Tombe degli ufficiali

Le 24 tombe degli ufficiali, uno è stato sepolto in un momento successivo, disposte  in una  fila regolare lungo un lato della “quadra”, danno unità,   razionalità , continuità e decoro a tutta l’area dedicata ai Caduti della prima guerra mondiale. Sono di marmo bianco e sopra a ogni lapide sono riportati oltre al nome il grado, l’eventuale decorazione  e la data di morte e, in particolare, si legge:

Maggiore, Avv. Cav. Antonio Gnudi, 18 ottobre 1918

Capitano Giovanni Torricelli – Medaglia d’argento, 16 giugno 1918

Tenente Medico, Dott. Mario Romani  – Volontario, 4 marzo 1918

Tenente Carlo Morandi, 27 gennaio 1920

Tenente Giovanni Spallanzani, 1 luglio 1917

Sottotenente  Dr. Luigi Romualdi – Medaglia d’argento. Croce di guerra,  16 febbraio 1918

Maggiore Cav. Attilio Franciosi – Medaglia di bronzo, 24 ottobre 1917

Capitano Pio Morandi – Medaglia d’argento e di bronzo, 4 dicembre 1917

Tenente Gino Paganella – Medaglia di bronzo, 23 dicembre 1918

Tenente Capellano Don Giuseppe Dal Maso, 4 ottobre 1917

Tenenete Alfredo Perrone, 18 novembre 1918

Tenente Renato Roversi, 30 novembre 1918

Tenente Avv. Paolo Usai,  28 giugno 1917

Sottotenente Enrico Panini  – Medaglia d’argento, 27 luglio 1916

Sottotenente Prof. Enzo Bisi  – Medaglia di bronzo, 2 novembre 1916

Sottotenente Giovanni Ingenito, 9 dicembre 1918

Aspirante Rag. Bruno Garofali – Croce di guerra,  20 aprile 1916

Sottotenente Giuseppe Morandi – Medaglia d’argento, 16 agosto 1915

Sottotenente Mario Gasparini – Volontario Croce di Guerra, 30 dicembre 1917

Sottotenente Adelmo Gazzini, 9 ottobre 1916

Sottotenente Giulio Selmi,  25 agosto 1915

Aspirante Luigi Angeli,  3 dicembre 1918

Tenente Mario Guidotti, 3 novembre 1915

I Cippi “dei soldati e dei graduati di truppa”

I cippi, disposti in fila regolari e simmetriche, contraddistinguono le sepolture di più di mille militari di truppa morti negli ospedali di Modena e in quelli della provincia, ma provenienti da tutte le regioni d’Italia. L’uniformità e l’ordine della sistemazione dei cippi sono ulteriormente sottolineati dal terreno a prato e sembrano riprodurre un esercito. Questa impressione è più evidente se si osservano dal loggiato di fronte alla “quadra” . La loro disposizione sembra volere ricordare  il carattere di esperienza di massa della Grande Guerra.

Ossario

In mezzo alla quadra è collocato il cippo 485 , di dimensioni maggiori rispetto gli altri perchè destinato ad uso ossario; sul fronte, infatti, si legge la parola ossario. Dalla consultazione degli uffici del Cimitero risultano sepolti nella cella sotterranea i resti mortali di 93 Caduti.  Inizialmente l’ossario  avrebbe dovuto essere sistemato nel Monumento ai Caduti situato nel loggiato di fronte

Simboli:
Su ogni cippo, di forma prismatica a base rettangolare e la cui parte superiore è arrotondata, è riportato, sul fronte, in bassorilievo, una croce sopra la quale è legata una spada.
Sulla lapide delle tombe degli ufficiali è invece solo una croce sopra al nome.

Altro

Osservazioni personali:
Di fronte a questo sacrario in cui sono sepolti più di mille soldati morti lontano da casa, dai loro affetti, dalle loro attività consuete, elementi che costituivano una identità espressa da un nome, ora illeggibile in quasi tutti i cippi ho provato inizialmente un forte senso di indignazione e di smarrimento.
Mi sono chiesto come avesse potuto accadere tutto ciò e quanto fosse implicata la natura umana, ma ho trovato un elemento di consolazione in questa frase di Sigmund Freud tratta da: "Considerazioni sulla guerra":
“L’accecamento della facoltà logica, che questa guerra (prima guerra mondiale) ha così spesso rivelato proprio nei migliori dei nostri concittadini, è (…) un fenomeno secondario, una conseguenza della spinta emotiva dei sentimenti, sicché possiamo sperare che sia destinato a sparire con questa. Rivalutando, dunque, secondo tale prospettiva, i nostri concittadini divenutici così estranei, sopporteremo molto più facilmente la delusione che i grandi individui dell’umanità, i popoli, ci hanno arrecato, comprendendo come non si possa essere troppo esigenti nei loro confronti”
Gianmarco
Osservando questo luogo di sepoltura di soldati, molti dei quali giovani o molto giovani, ho sviluppato queste considerazioni: la morte è purtroppo immancabile in ogni guerra, ma come è possibile che ai giorni nostri, in una società pienamente sviluppata, le guerre producano un così grande numero di morti? Mi sembra ancora più irragionevole che nel XXI secolo i problemi non vengano risolti per via diplomatica, ma ancora con le armi, causa solamente di dolore, sofferenza e distruzione.
Lucia

Di fronte ai cippi dei soldati di truppa ho pensato, partendo da quello che mi è stato raccontato, che la figura più tragica della guerra è il “Fante Contadino” che si riconosce nel milite ignoto e che è rassegnatamente destinato alla guerra per volontà altrui e non si rispecchia nella propria esperienza individuale, ma nell’ideologia di massa diffusa dai ceti superiori.
Massimiliano



Si ringrazia il Servizio Archivio del Comune di Modena per l’autorizzazione alla pubblicazione 43605 del 09.04.2014 e per averci consentito la consultazione e l’utilizzo del seguente materiale documentario.
1) ASCMO Atti amministrativi , Onoranze, 1934 b. 1429, prot.15346/1060
2) ASCMO Atti amministrativi , Onoranze, 1934 b. 1429 non protocollata
4) ASCMO Atti amministrativi , Onoranze, 1934 b. 1429 , prot. 7129 e 7129/1932
5) ASCMO Atti amministrativi , Onoranze, 1934 b. 1429, prot. 5511/1933
6) ASCMO Atti amministrativi , Onoranze, 1934 b. 1429, prot. 430/75
7) ASCMO Atti amministrativi , Onoranze, 1934 b. 1429 , prot. 10508
8) ASCMO Atti amministrativi , Onoranze, 1934 b. 1429, prot. 14400/1934
9) ASCMO Atti amministrativi , Onoranze, 1934 b. 1429, prot. Prot. 14480/857

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