226162 - Sacrario alle vittime civili della guerra 1940 – 45 a Passignano sul Trasimeno (PG)

All’interno del cimitero comunale un importante manufatto, un blocco parallelepipedo tinteggiato di bianco abbellito con liste di marmo orizzontali e verticali. È il sacrario in memoria delle vittime civili della cittadina lacustre nella guerra 1940 – 45. Di fronte al centro l’apertura verso l’interno dove sul fondo si trova un piccolo altare sovrastato da un crocifisso. Di fronte un braciere con un lume; ai lati le tombe delle vittime disposte su sei file, all’esterno due palmizi.

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Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Indirizzo:
Via Campagna 10
CAP:
06065
Latitudine:
43.188404928398
Longitudine:
12.139079398341

Informazioni

Luogo di collocazione:
Interno del cimitero comunale
Data di collocazione:
Informazione non reperita
Materiali (Generico):
Bronzo, Marmo, Pietra, Altro
Materiali (Dettaglio):
Edificio in muratura, lastre di marmo per rifiniture e lapidi, altare e croce in travertino, braciere in ferro.
Stato di conservazione:
Buono
Ente preposto alla conservazione:
Amministrazione comunale
Notizie e contestualizzazione storica:
Su Passignano del Trasimeno il primo attacco ci fu il 15 febbraio e l'ultimo il 28 maggio 1944 con 21 bombardamenti che causarono numerosi morti.

Il 16 maggio 1944 alle 9.30 dalla base di Alto decollava la pattuglia di P47 francesi formata dai tenenti Gras, Moret, Delachenal, dal sergente Assenza, dai sergenti capo Carrere, Ballin, Maulandi e dal sottotenente Giselon, con quattro velivoli americani. Obiettivo: ponte ferroviario sul lago Trasimeno. Sulla zona venne incontrata solo un poco di antiaerea leggera e l’attacco andò a buon fine. Passignano sul Lago aveva vissuto relativamente in tranquillità i giorni che precedettero il 16 maggio 1944, ma la serenità fu sconvolta, lacerata e travolta dall’esplosione di decine di bombe lanciate da ben trentasei Fortezze Volanti, che in incursione aerea avevano ad obiettivo la galleria ferroviaria ed il treno-officina tedesco che vi era riparato.

C'è però un precedente che non viene rilevato: il 2 maggio 1944, Rocchi(*) spediva a Roma un fonogramma in cui si diceva, tra le altre cose, che: At ore 11:10 cacciabombardieri sganciavano bombe medio calibro comune Passignano sul Trasimeno provocando cinque feriti popolazioni civili et lievi danni.

Quella mattina del 16, Egisto Egisti, giovane ragazzo del luogo, a un tratto notò una squadriglia di aerei che, provenienti dalla direzione del lago, si dirigevano verso Tuoro. Improvvisamente il gruppo fece dietrofront e, arrivati all'altezza del tunnel imbocco ovest della ferrovia Terontola – Perugia, proprio sotto l'asilo delle suore, incominciarono a sganciare le bombe. Il ragazzo chiamato da sua madre che si trascinava dietro le sorelline più piccole Adua e Imperia, si diresse verso il colle che sorge dietro il Castello di Passignano, dove la famiglia abitava in direzione del cimitero, e del Passo di Giano. Mentre avanzavano lungo la via della Rocca, le bombe che cadevano anche sull'imbocco est della galleria, li scaraventavano verso un ciglione che costeggiava, all'epoca la strada.
Gli ordigni avevano colpito il costone sovrastante le attuali vie Aganoor Pompili e Europa. Il Mattatoio venne centrato da una bomba e rimase distrutto così come alcune case che si trovavano sotto questo costone. Egisti rammenta bene che le prime bombe centrarono il lago, dove si immersero forse senza deflagrare, poi venne aggiustato il tiro. Secondo il nostro testimone, che negli anni ha fatto una lunga carriera nell'Aeronautica Militare, gli americani vollero effettuare un “bombardamento chirurgico” salvando la gran parte del piccolo paese che non ebbe danni, proprio con quello strano volo da est verso ovest, e ritorno, durante il quale si sarebbe voluto bene individuare l'obiettivo. Possiamo concordare con quanto dice il maresciallo Egisti ma non possiamo non rilevare che l'attacco venne portato da ben trentasei Mitchell B 25, con un carico offensivo molto alto, quando, forse, con l'utilizzo di due o quattro cacciabombardieri lo scopo sarebbe stato raggiunto lo stesso.
Finito l'attacco si cominciò ad estrarre dalle macerie i morti che, con una moto carrozzino Gilera, furono portati all'esterno della Pieve di San Cristoforo, allineati e poi introdotti nella stessa chiesa. Le vittime furono tante. Tra i soccorritori, si distinsero il parroco Don Carlo Minchiatti e il Cappellano Don Costanzo Covarelli. Scrive Don Bistoni:

Le sofferenze e la tensione della parrocchia erano già elevate quando Il 16 maggio avvenne lo strepitoso bombardamento nel quale persero la vita 37 persone con tanti feriti, con distruzione di molte case di molte strutture. L'Arcivescovo Vianello, anche in questa occasione, accorse pieno di angoscia, afflitto dalla sua sensibilità ma pieno di premure e intervenendo nel momento e anche dopo con rilevanti aiuti economici. In quell’ora tristissima visitò le famiglie colpite da lutti, si recò dai feriti e fece visita al cimitero, dove erano allineati in maniera impressionante ben 37 salme.

In realtà alla fine, i morti furono 46, tra i quali due poveretti di Villetta Barrea in Abruzzo. Secondo il maresciallo Egisti, erano circa duecento gli sfollati a Passignano da questo paese, allontanati per farli sfuggire dal pericolo del fronte.

Scriveva Costante Morini:
Ormai il rombo delle grosse formazioni aeree che solcavano il cielo era così conosciuto che contando i secondi intercorrenti tra il loro passaggio ed il lontano fragore dello scoppio delle bombe, si poteva individuare qual’era l'obiettivo colpito. Non sorprese dunque quando quel 15 di maggio vedemmo sbucare basse da Monte Gualandro, a tre a tre, le fortezze volanti che puntavano su Passignano perché la presenza in quel luogo dello stabilimento SAI, dove si assemblavano aerei da guerra, aveva sempre fatto temere un possibile attacco aereo. Prima di avvertire le esplosioni, una nube di polvere avvolse l'abitato. Seguirono lunghissimi minuti di violento fragore; poi con l'allontanarsi degli aerei, più nulla. Col lento diradarsi della polvere Passignano incominciò a rivivere: prima il Castello, poi le case ed infine la SAI tornarono alla vista, intatti. L'obiettivo, infatti, non fu quello stabilimento, ma la galleria ferroviaria. Comunque, quell'incursione costò e passignanesi un alto tributo di sangue: 45 furono le vittime.

L'errore, evidente, della citazione della data non cancella la grande impressione che deve aver fatto sulla vicina Tuoro questo tragico spettacolo. Ma chi attaccò, quel giorno, Passignano causando, in proporzione con l'estensione dell'abitato, una delle più grandi tragedie della guerra aerea in Umbria? Il War Diary del 379th Bomber Squadron 310th Bomber Group, alla data del 16 maggio dice:

Dodici dei nostri aerei hanno bombardato un tunnel ferroviario a Passignano, Italia. Diversi colpi diretti vengono osservati. I binari a est del tunnel bloccati. Viene vista una frana nel lato Sud del tunnel.

Il 380th Bomber Squadron, nel suo diario, afferma che partecipò al bombardamento con dodici B 25 partiti da Ghisonaccia, in Corsica alle 11:36 facenti parte dell'intero 310th Bomber Group che attaccò con trentasei B 25 Mitchell. Gli aerei del 380th BS sganciarono, alle 13:05 centosedici bombe da 1.000 libbre. Erano scortati da dodici Spitfire. Quindi, quel 16 maggio, sul cielo di Passignano si alternarono ben quarantotto aerei: uno per caduto.
Il risultato, secondo il 380th BS, fu che i primi diciotto velivoli attaccanti avevano effettuato un eccellente concentrazione di bombe sull'imbocco nord del tunnel. Colpi diretti erano stati visti sia sulla collina che sorge sopra il tunnel, sia su quest'ultimo. La stessa frana era stata notata all'imbocco sud del tunnel. I secondi dodici B 25 che colpirono il lato ovest, osservarono molti colpi diretti. Alcune bombe erano, poi, cadute alla fine est del paese e una strisciata in acqua. Il tempo era stato nuvoloso, ma si era aperto proprio sull'obiettivo con visibilità 10-12 miglia. Nessun incontro con caccia o contraerea avversaria. Alle 14:15 tutti atterrati a Ghisonaccia dopo un volo di due ore e trentanove minuti. Al comando della formazione del 380th BS c'era il maggiore L.G. Hill Jr. Sul B 25 pilotato dal 2° Tenente J.R. Simpkins, era imbarcato, come osservatore, il I° tenente di Fanteria E.E. Jordon.

L'attacco terribile su questa piccola località, venne intuito anche da un giovane ragazzo aretino Amo Fanciullini che, nel suo sgrammaticato, ma efficace, diario annotò:
Martedì 16 dalle 12:00 alle 13:00 aerei lontani ancora verso sud. Contemporaneamente si odono boati verso Perugia.

Concludiamo questa tragica storia, con il fonogramma che Rocchi(*) inviò quel giorno alle autorità competenti:
Omissis … At ore 13:40 formazione nemica bombardava Passignano sul Trasimeno provocando distruzione circa trenta case civili abitazione, colpendo galleria ferroviaria, danneggiando circa 300 metri strada ferrata et circa km 1 strada statale et 40 feriti. Si fa riserva ulteriori comunicazioni.

(*) Armando Rocchi al tempo Prefetto di Perugia

Testi tratti da: Umbria La guerra dal cielo (1941-1944) di Claudio Biscarini, Fondazione Ranieri di Sorbello, 2012, Perugia

A Passignano ricordate le vittime del bombardamento del 16 maggio 1944
I passignanesi ricordano ancora con commozione l’opera instancabile di don Carlo Minchiatti
19/05/2016
Lunedi 16 maggio il comune di Passignano sul Trasimeno ha ricordato e commemorato il 72° anniversario del bombardamento alleato che colpì alle una del pomeriggio questo borgo affacciato sulla riva del lago, causando la morte di 46 vittime innocenti.
L’obiettivo dell’incursione doveva essere la galleria ferroviaria, ritenuta un possibile riparo delle armi tedesche, e anche l’interruzione della linea Foligno / Terontola utilizzata per il passaggio dei convogli che portavano truppe e rifornimenti.
Il paese inoltre possedeva un altro obbiettivo sensibile: il complesso industriale della “SAI Ambrosini” che con la sua produzione aerea e militare era tenuta in grande considerazione anche dal Duce che non mancò, durante il ventennio, di venire a Passignano per visitarla.
Naturalmente la “precisione chirurgica” delle fortezze volanti mancò l’obbiettivo (il tunnel ferroviario rimase indenne) e ha farne le spese fu invece una delle zone più antiche del paese, ossia la parte bassa della fortezza medievale – irrimediabilmente danneggiata – e la zona chiamata “la valle” (l’odierna via Nazionale). La pioggia di bombe, che caddero abbondantemente anche nel lago, distrusse una fetta dell’abitato del paese sotto le cui macerie trovarono la morte vecchi, donne e bambini.
Tra coloro che immediatamente si recarono sul posto per dare soccorso ci fu l’allora vicario pievano don Carlo Minchiatti. Don Minchiatti, nato nella vicina Marsciano, parroco di Passignano dal 1941 al 1956 sarà poi eletto vescovo di Sora Aquino e Pontecorvo, ed infine arcivescovo metropolita di Benevento; che avendo la canonica a poche decine di metri dal luogo del disastro fu tra i primi ad arrivare con una pala in mano ed a mettersi a scavare tra le rovine alla ricerca di superstiti.
Molti passignanesi ricordano ancora oggi con commozione e gratitudine l’opera instancabile di don Carlo che, in quel triste giorno si lacerò, non solo la veste talare ma anche l’anima, davanti a quell’orrore.
Di quei terribili momenti il futuro Metropolita di Benevento, lascerà traccia nella “cronaca parrocchiale” e stenderà in seguito, su ordine dell’arcivescovo Mario Vianello, una “Relazione Generale delle vicende della guerra a Passignano sul Trasimeno” (di cui una copia è custodita tra le carte dell’Archivio parrocchiale), nella quale tra le altre cose, annota:
«E giunse il grande bombardamento del 16 maggio 1944, nel quale perirono 37 persone e furono abbattute e danneggiate non poche abitazioni. Da quel pomeriggio tutti abbandonarono il paese per mettersi al sicuro entro e anche fuori i confini della Parrocchia: sulle case dei contadini, nelle capanne, nelle cantine e anche all’aria aperta. Il Parroco e il Cappellano, a dire il vero, non abbandonarono il paese, ricoverandosi nel pericolo, e anche per dormire, nella galleria del treno. In un secondo tempo si recarono, per il riposo e soltanto dopo cena, al vicino convento dei frati minori, e infine presero la loro dimora nella chiesa del cimitero, dove riaprirono l’ufficio parrocchiale. Qui era stato trasportato l’archivio parrocchiale con tutte le cose della chiesa. Dopo il bombardamento non mancò la visita graditissima di S. E. Monsignor Arcivescovo il quale si recò sul luogo del disastro, al cimitero, e partendo lasciò pure una cospicua somma per i sinistrati. Anche i Parroci Viciniori, che concorsero subito dopo il bombardamento, inviarono poi danaro e indumenti. Particolare menzione meritano i parroci di san Vito e di Vernazzano. (…)».
Scorrendo queste righe pare di poter rivivere quasi ora per ora quel terribile momento, ed ammirare quella grande macchina di carità e misericordia che subito si mise in moto per opera di don Carlo per dare aiuto e conforto alla popolazione, vittima inerme della ferocia della guerra.
Sempre ad opera del parroco venne anche aperta una pubblica sottoscrizione che nel giro di alcuni giorni (17 – 20 maggio ‘44) fruttò la ragguardevole somma di lire 12.000.
Se si considera che la Regia Prefettura di Perugia accorderà al comune di Passignano la somma di lire 100.000 “per far fronte alle spese incontrate in seguito al bombardamento di questo paese” (come si legge nella “comunicazione di rimessa”), a più di sei mesi di distanza, il 29 Novembre, non si può non rimanere ammirati dalla capacità del parroco di Passignano che in soli 4 giorni riuscì a mettere insieme 12.000 lire, frutto della carità dei poveri e dei parroci viciniori.
Man mano che gli alleati risalivano la penisola, l’esercito tedesco in ritirata seminò ovunque terrore e distruzione. Anche a Passignano – prosegue don Carlo – «giunsero i primi sbandati e dettero inizio a quel saccheggio che non risparmiò alcuna abitazione (…) Basti dire che non risparmiarono nemmeno la Chiesa che scassinarono per tutto manomettere. Un calice fu ritrovato nella pubblica piazza».
Tra l’altro va ricordato che non furono solo Passignanesi le vittime del bombardamento alleato (37 morti sotto le macerie e altri 9 in seguito, per le ferite riportate) ma anche due uomini originari di Villetta Barrea, un comune montano immerso nel parco nazionale d’Abruzzo, che assieme a molti altri abitanti si trovarono in quel momento “sfollati” a Passignano.
Recuperata alcuni anni orsono questa memoria comune, i 2 paesi si sono gemellati ed una delegazione con in testa sindaco e gonfalone, si reca il 16 maggio di ogni anno a Passignano per ricordare insieme quel tremendo momento che ha segnato la storia di queste due comunità.
La giornata (il 16 maggio) iniziata alle 9 e 30 con la messa di suffragio nella pieve di san Cristoforo (dove nel 1944 vennero deposte le vittime in attesa di comporle per una pietosa sepoltura), e a cui han fatto seguito la deposizione delle corone al sacrario nel cimitero e la commemorazione davanti la stele memoriale, sul luogo del bombardamento, ha visto nella numerosa partecipazione la volontà di mantenere viva nelle nuove generazioni la memoria di questi fatti, affinché mai più abbia a ripetersi un orrore del genere.
AUTORE: Umberto Benini Passignano sul Trasimeno

Fonte: https://www.lavoce.it/a-passignano-ricordate-le-vittime-del-bombardamento-del-16-maggio-1944/

Contenuti

Iscrizioni:
All'esterno:

VITTIME CIVILI
DELLA GUERRA 1940 - 45

Lapidi lato destro dall'alto:

BRANCOLINI RODOLFO N. 2 . 2 . 1925 M. 14 . 4 . 1944

MATTIOLI AMERIGO N. 11 . 4 . 1919 M. 23 . 8 . 1942

TRINARI GIUSEPPE N. 1921 M. 1945

CARLANI EGIDIO N. 3 . 5 . 1919 M. 20 . 1 . 1944

MOROZZI PALMA IN STIVALI N. 5 . 3 . 1912 M. 3 . 8 . 1944

STIVALI PASQUALE N. 6 . 1 . 1866 M. 3 . 8 . 1944

STIVALI TOMMASO N. 10 . 9 . 1910 M. 16 . 7 . 1944

PAZZAGLIA FRANCESCO N. 1903 M. 1944

PANCIROLI MARIO N. 1918 M. 1944

PANCIROLI GIUSEPPINA N. 1936 M. 1944

PANCIROLI ESTER N. 1927 M. 1944

GHINIZZINI BRUNA PANCIROLI N. 1896 M. 1944

A RICORDO DI
LUIGI RUFO
SFOLLATO A PASSIGNANO S/T
DA VILLETTA BARREA E
DECEDUTO A SEGUITO DEL
BOMBARDAMENTO DEL
16 MAGGIO 1944

A RICORDO DI
VINCENZO D'ORAZIO
SFOLLATO A PASSIGNANO S/T
DA VILLETTA BARREA E
DECEDUTO A SEGUITO DEL
BOMBARDAMENTO DEL
16 MAGGIO 1944

MARZILI MARIOTTI N. [...] . 3 . [...] M. [...]6 . [...] . 1944

CENNI ZEFFERINO N. 24 . 9 . 1905 M. 16 . 5 . 1944

BUFOLI GIUSEPPE N. 19[...] M. 1943

FORTUNA ALFREDO N. 1910 M. 1946

ROSSI VERDIANA N. 1880 M. 1944

GIAMBONI BRUNO N. 13 . 9 . 1930 M. 16 . 5 . 1944

BIBI GIUSEPPE N. 1918 M. 1945

TOCCACELI CORINTO N. 1915 M. 1944

TOCCACELI BRUNELLO N. 1942 M. 1944

PAZZAGLIA NELLA IN TOCCACELI N. 1922 M. 1944


Lato destro dall'alto:

ZURLI LELIO N. 1910 M. 1948

PICCIOLONI DARIO N. 6 . 1 . 1917 M. [...] . 12 . 1944

BATOCCHIONI PASQUALINO FIGLIO ROBERTO N. 1920 M. 1944

SQUARTA SILVANO N. 1932 M. 1944

BOCCIOLI ORESTE N. [...] M. 1944

ROSSI MIRANDA IN BATOCCHIONI N. 1922 M. 1944

ROSSI GIUSEPPE N. 1896 M. 1944

FABBRONI GIOVANNA IN ROSSI N. 1898 M. 1944

ROSSI VITTORIO N. 1934 M. 1944

SIMONELLI ERSILIA N. 1886 M. 1944

SBARAGLIA VELIA N. 1941 M. 1944

SCIURPA ANNA N. 23 . 8 . 1895 M. 16 . 5 . 1944

SCIURPI ERMENEGILDO N. 1913 M. 1944

MANGONI GUGLIELMO N. 15 . 3 . 1899 M. 16 . 5. 1944

ZURLI TRIESTE N. 1938 M. 1944

MEZZETTI MARGHERITA GUERCINI M. 1899 M. 1944

GUERCINI LORETA ZURLI N. 1911 M. 1944

ZURLI SIRIO N. 15 . 9 . 1872 M. 16 . 5 . 1944

COMETI GIULIA MAGARA N. 1872 M. 1944

MAGARA LORENZA N. 1933 M. 1944

LONZINI CHIARA MAGARA N. 1896 M. 1944

Simboli:
Croce latina sull'altare

Altro

Osservazioni personali:
Informazione non reperita

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