175197 - Stele a 3 partigiani caduti il 13/4/1945 – Ghiardello di Reggio Emilia

Il manufatto ai partigiani caduti a Ghiardello, si trova lungo Via Gastione, in un’ansa della strada, quando, venendo da Bibbiano (Re), questa inizia a salire. Commissionato dall’ANPI di Bibbiano, è stato inaugurato il 9 Aprile 1995. Sulla sua superficie è stata applicata una targa rettangolare di ottone su cui è incisa l’epigrafe che riporta i nomi dei tre Caduti, ognuno con lo pseudonimo da partigiano e gli estremi anagrafici. Per Lorenzo Gennari è evidenziato il conferimento della medaglia d’Oro al Valor Militare “alla Memoria”. A sinistra della targa sono apposti i fotoritratti in ceramica dei Caduti, ognuno racchiuso in una cornice di bronzo. Il cippo poggia su un basamento di cemento a pianta quadrata su cui è stata collocata una grata di ferro per deporvi in maniera stabile dei vasi di fiori. L’accesso alla piccola area è stato rivestito con formelle quadrate di graniglia di pietra.

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Frazione Ghiardello
Indirizzo:
Via Gastione
CAP:
42123
Latitudine:
44.6555386
Longitudine:
10.5184468

Informazioni

Luogo di collocazione:
Lato strada
Data di collocazione:
9 Aprile 1995
Materiali (Generico):
Bronzo, Marmo, Ottone, Pietra, Altro
Materiali (Dettaglio):
Marmo per la struttura del monumento costituito da una lastra di marmo grezzo dalla forma approssimativamente triangolare. Ottone per la targa su cui è incisa l'epigrafe. I caratteri sono stati riempiti con vernice di color nero. Ceramica per i fotoritratti dei Caduti. Bronzo per la cornice che ne racchiude l'immagine. Cemento per il basamento. Ferro per la grata che delimita lo spazio in cui inserire dei vasi portafiori. Graniglia di pietra per le formelle poste lungo l'accesso al cippo.
Stato di conservazione:
Ottimo
Ente preposto alla conservazione:
Comune di Reggio Emilia, A.N.P.I. di Bibbiano
Notizie e contestualizzazione storica:
In previsione dell'ormai imminente insurrezione partigiana contro i nazifascisti, il P.c.i .reggiano si propone di misurare il reale apporto che la popolazione potrà sostenere in questa fase. Considerando che in precedenza manifestazioni femminili messe in atto per rivendicazioni di tipo economico e sociale avevano riscosso un certo successo, la partecipazione delle militanti dei Gruppi di Difesa della Donna (G.d.d.) sarebbe stata fondamentale. Anche i Comandi partigiani avrebbero dovuto svolgere un ruolo importante, proteggendo i manifestanti dalla prevedibile reazione nazifascista. La proposta viene accettata dal Comitato di Liberazione Nazionale e indetta per il 13 Aprile 1945 in tutta la zona della Bassa reggiana. Le direttive passeranno attraverso il semplice passaparola fra le persone, non essendo ritenuta necessaria una pianificazione più complessa. Fondamentale è la simultaneità delle manifestazioni proprio per dimostrare al nemico la compattezza e l'efficacia del fronte antifascista.
La notte che precede quella che sarà conosciuta come “giornata insurrezionale”, i combattenti delle Squadre di Azione Patriottiche (S.A.P.) e dei Gruppi di Azione Patriottica (G.A.P.) prendono posizione ai margini dei luoghi in cui si svolgeranno le manifestazioni, mentre le militanti dei G.d.d. si adoperano nel mobilitare le popolazioni.
In questo contesto si svolge nella zona di Bibbiano e delle sue immediate vicinanze la cosiddetta “battaglia del Quaresimo” (1).
Non è chiaro se i fascisti siano a conoscenza o meno di queste iniziative, oppure se si tratti di una consueta azione di rastrellamento contro i partigiani, fatto sta che alle prime luci di questo giorno, circa 160, tra militi della 79a Legione della Guardia Nazionale Repubblicana e soldati dell'esercito, si sono portati nella zona di Bibbiano.
I partigiani hanno pianificato i propri compiti in base ai possibili scenari che si potrebbero verificare. Parte degli uomini si trovano appostati sulla strada Ghiardo-Quattro Castella (Re), altri sono attestati nei casolari della periferia come truppa di rincalzo.
Il primo scontro si accende intorno alle 9:00, nei pressi di Ghiardo, quando alcuni militi che stanno traducendo a Reggio Emilia due antifascisti arrestati, s'imbattono in un posto di blocco dei partigiani. Nella breve sparatoria i fascisti lasciano sul terreno un morto e due feriti. I due prigionieri vengono così liberati.
Più tardi, a Ghiardello, un camion di fascisti giunge improvvisamente presso uno dei casolari in cui si trovano acquartierati alcuni partigiani (tra quelli con i compiti di supporto). I resistenti aprono subito il fuoco sorprendendo i fascisti che volgono in precipitosa fuga con perdite imprecisate. L'automezzo viene distrutto e sono recuperate diverse armi, tra le quali una preziosa mitragliatrice.
Ma la tregua e l'entusiasmo ha breve durata. I fascisti si sono ripresi dalla sorpresa e, raccogliendo altre forze, tornano all'attacco dei partigiani con determinazione, ribaltando la situazione: questa volta sono i partigiani a doversi ritirare (2).
Il gappista Lorenzo Gennari (“Fiorello”) si posiziona con una mitragliatrice e, con altri partigiani, copre lo sganciamento del grosso dei compagni fino a quando non viene mortalmente colpito al petto (3).
Lorenzo Gennari era nato a Montecavolo di Quattro Castella il 17 Febbraio 1921. Nel 1941 era stato militare di leva nel 12° Reggimento bersaglieri. L'anno successivo era stato mobilitato nel 70° Battaglione motomitraglieri del I Raggruppamento celere. Avendo fatto domanda di passare nei Reali carabinieri, come ausiliario aveva prestato servizio prima a Bari e poi a Firenze (9 Settembre 1942). Nel Febbraio '43, era passato alla 79a Sezione mobilitata. Rientrato al Centro di mobilitazione nell'Aprile '43, era stato aggregato alla Legione di Roma, dove era stato colto l'armistizio. Entrato a far parte della Resistenza, era diventato comandante di Distaccamento nella 37a Brigata Garibaldi G.A.P. “Vittorio Saltini”. Alla sua “memoria” sarà conferita la medaglia d'Oro al Valor Militare.
Nello scontro resta ucciso anche il sappista Walter Giovanardi (“Blac”), nato a San Bartolomeo (sobborgo di Reggio Emilia) nel 1924, caposquadra nella 76a Brigata Garibaldi S.A.P. “Angelo Zanti” (4).
Come riporterà in una sua relazione il Comando della 37a Brigata Garibaldi G.A.P. “V. Saltini”, i fascisti avrebbero avuto due morti e sette feriti.
Tuttavia nel pomeriggio la manifestazione delle donne a Bibbiano, a cui si sono unite anche quelle di Cavriago (Re) e della frazione bibbianese di Barco, riesce con successo. Portatesi dinanzi al locale presidio fascista ottengono addirittura la liberazione di alcuni cittadini arrestati al mattino.
I militi, prima di andarsene, fucilano in localià Travagliola (Bibbiano) 3 uomini sospettati di essere dei partigiani: Emore Giliberti ed i fratelli Lauro e Luigi Corradini (5).
Il cippo indica tra i Caduti del 13 Aprile 1945 anche Ettore Tarasconi (“Lungo”), nato l'11 Febbraio 1908, residente a Bibbiano, partigiano della 76a Brigata Garibaldi S.A.P. “A. Zanti”. In tutte le fonti consultate non ho trovato corrispondenza a quanto sopra. Anzi, sul sito dell'Istoreco (Ist. Storico della Resistenza di Reggio Emilia), l'elenco dei Caduti partigiani lo riporta come fucilato a Bibbiano il 24 Aprile 1945.

NOTE:
(1) Per la ricostruzione dell'episodio mi sono basato sul libro dello storico ed ex partigiano Guerrino Franzini “Storia della Resistenza reggiana”, AN.P.I. Reggio Emilia, Tecnostampa, Reggio Emilia 1966 pagg. 691/94, 694 n. 18.
(2) Secondo la testimonianza dell'ex partigiano Pierino Beggi (“Gigi”) reperita all'indirizzo http://www.terredimontechiarugolo.it/partigiani-nella-battaglia-del-quaresimo/ i garibaldini che si trovavano nel casale erano stati avvisati della presenza dei fascisti da un ragazzo che aveva notato il loro camion salire lungo la strada del Ghiardo. Una volta che il mezzo si era fermato nel cortile, uno dei partigiani, preso dal panico, si era dato alla fuga. Questo tentativo non era passato inosservato agli occhi dei militi che immediatamente avevano aperto il fuoco contro il fuggitivo. I partigiani, uscendo dal fienile, iniziarono a loro volta a sparare contro i fascisti, portandosi sulle alture circostanti. Beggi dice, inoltre, che il partigiano che si era dato alla fuga sarebbe stato ucciso perché si trovava allo scoperto, nei campi. Il nome che riferisce (non si sa se intendesse lo pseudonimo da partigiano o meno) non si riscontra tra quelli riportati nelle fonti ufficiali.
(3) Prima di morire, Gennari avrebbe detto ai compagni accorsi a soccorrerlo: “Purtè via la mitraglia e lascem que mel…” (“Portate via la mitragliatrice e lasciatemi qui”). Sempre secondo la citata testimonianza di Pierino Beggi, il corpo di Gennari era stato recuperato alla sera e sepolto nel Cimitero di Codemondo (Re) alla presenza di un gruppetto di compagni
(4) Sul cippo il suo nome di battaglia è indicato come “Blech”.
(5) Emore Giliberti, nato a Carpi (Mo) nel 1912 ed ivi residente, di professione casaro; Lauro Corradini, nato a Quattro Castella il 27 Febbraio 1925, residente a Bibbiano, contadino; Luigi Corradini, nato a Quattro Castella il 10 Ottobre 1920, residente a Bibbiano, contadino.


Contenuti

Iscrizioni:
Walter Giovanardi
(BLECH)
N. IL 22 AGOSTO 1924
Lorenzo Gennari
(FIORELLO)
MEDAGLIA D'ORO AL V.M.
N. IL 17 FEBBRAIO 1921
Ettore Tarasconi
(LUNGO)
NATO IL (sic) FEBBRAIO 1908

CADUTI PER LA LIBERTA'
DELLA PATRIA
IL 13 APRILE 1945
Simboli:
Informazione non reperita

Altro

Osservazioni personali:
Coordinate Google Maps:
44.6584475, 10.5130448

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