180709 - Stele ai partigiani Caduti al Passo dei Guselli di Morfasso

La stele che ricorda i Caduti del 4/12/1944 si trova a ridosso della Strada Provinciale 15, poco prima dell’abitato di Guselli se si proviene da Morfasso. Si tratta di una spessa lastra di bronzo di forma rettangolare, poggiante su una soglia di cemento, in cui sono incisi in ordine alfabetico, a sbalzo ed in rilievo, i nomi di 33 partigiani e la data del mortale agguato. Sopra la lastra, in posizione centrale, è collocata una croce cristiana di ferro. Il manufatto è circondato per tre lati da altrettanti grossi macigni che, unitamente ad una catena in maglie di ferro (tesa da 3 pilastrini di cemento a forma di parallelepipedo) proteggono la superficie dove è collocato. Nel pilastrino centrale col tempo sono state applicate delle targhe metalliche a ricordo di due competizioni ciclistiche dedicate a questi Caduti (nel 2012 e nel 2016) e l’omaggio di una scolaresca avvenuto il 25 Aprile 1989. Inoltre, ai piedi della lastra, in posizione centrale, è stata posta una lampada votiva. Completa la descrizione del sito la presenza a fianco del cippo di un pannello storico, quarta tappa dei “Sentieri della Libertà”, in cui, anche attraverso la presenza di alcune immagini, è narrato sinteticamente lo sviluppo della Resistenza in Val d’Arda e il tragico episodio del Passo dei Guselli.

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Frazione Guselli
Indirizzo:
S.P. 15 angolo S.P. 14
CAP:
29020
Latitudine:
44.7379657
Longitudine:
9.676648

Informazioni

Luogo di collocazione:
Area dedicata posta all'incrocio di due strade, Passo dei Guselli, Strada Provinciale 15 angolo Strada Provinciale 14
Data di collocazione:
Informazione non reperita
Materiali (Generico):
Bronzo, Pietra, Altro
Materiali (Dettaglio):
Bronzo per la lastra su cui è composta l'epigrafe. Ferro per la croce cristiana e per le maglie che costituiscono la catena di protezione. Cemento per la soglia su cui è collocata la lastra bronzea e per i pilastrini che tendono la catena. Metallo per il pannello storico e i due pali che lo sostengono, per le tre targhe poste commemorative sul pilastrino centrale. Bronzo e vetro per la lampada votiva. Pietra per i tre massi che circondano il cippo e per il muretto di sostegno.
Stato di conservazione:
Ottimo
Ente preposto alla conservazione:
Comune di Morfasso, ANPI Provinciale di Piacenza, Museo della Resistenza Piacentina
Notizie e contestualizzazione storica:
Il 4 Dicembre 1944, durante il rastrellamento invernale nazifascista che colpì le valli piacentine, un'autocolonna di partigiani appartenenti a varie formazioni (38a Brigata Garibaldi “Wladimiro Bersani”, 142a Brigata Garibaldi “Romeo”e 60a Brigata Garibaldi “Stella Rossa”) fu sorpresa da un'imboscata tesa da militari della 162a Infanterie-Division “Turkistan” mentre stava attraversando il Passo dei Guselli. Il micidiale fuoco delle armi automatiche nemiche fece strage dei partigiani che lasciarono sul terreno 29 combattenti, tra cui una donna, Luisa Calzetta (“Tigrona”), a cui sarà conferita la medaglia d'Argento al Valor Militare “alla memoria”. Un partigiano, Pietro Callegari, risulterà disperso, un altro, Giuseppe Adolfini, morirà nel lager nazista di Flossenburg ed altri due, catturati sul posto come il precedente (Guido Landotti e Giannino Lodigiani), saranno uccisi da un mitragliamento aereo alleato a Sanguinaro di Noceto (Pr) il 17/12/1944 durante un loro trasferimento.

Dal pannello posto di fianco al monumento:

XIII Zona - Valdarda
Sentieri della Libertà
4-Guselli-Rocchetta-Morfasso
IL PASSO DEI GUSELLI E L'ECCIDIO DEL 4 DICEMBRE 1944
“Se volete andare in pellegrinaggio dov'è nata la
nostra Costituzione, andate nelle montagne dove
caddero i partigiani ...” Piero Calamandrei

LA RESISTENZA IN VAL D'ARDA

Nell'autunno del 1943 l'Alta val d'Arda era una zona impervia. Ricca di boschi, mancante di una strada di collegamento di fondovalle e quindi logisticamente difficoltosa da raggiungere. Di conseguenza dopo i fatti dell'8 settembre 1943, nella zona cominciarono a trovare rifugio antifascisti, militari sbandati, giovani renitenti alla leva ed ex prigionieri di guerra. Con il ritorno a casa di ufficiali del luogo: Ten. Giuseppe Prati, Ten. Pietro Inzani e con l'arrivo dell'ufficiale iugoslavo Giovanni Grkavac (lo Slavo) si determina una prima organizzazione di questi gruppi eterogenei in piccole “bande” chiamate con disprezzo “ribelli e/o banditi” dal regime fascista della Repubblica di Salò. La svolta organizzativa si ha ad inizio aprile 1944, quando il Comitato di Liberazione Nazionale mandò il Cap. Vladimiro Bersani (nome di battaglia Paolo Selva)per organizzare militarmente questi patrioti. Il giorno 11 aprile 1944, nell'osteria dell'Arda a Salino di Pedina viene ufficialmente creata la 38a Brigata, organizzata su tre distaccamenti con a capo l'ex Tenente Prati a Morfasso, l'ex Tenente Inzani a Monastero e l'ex ufficiale iugoslavo Giovanni lo Slavo a Settesorelle. A questo punto appare evidente la necessità di creare un quartier generale che diventasse nello stesso tempo centro di reclutamento e base di operazioni. Fu scelto il Monte Lama anche perché cvi era stata individuata la zona idonea per ricevere i futuri aviolanci di rifornimenti alleati. La sera del 16 aprile 1944 i primi 15, tante erano le armi in dotazione, partirono in direzione del monte Lama per piantarvi le prime tende e organizzare l'accampamento. Con il primo aviolancio del 17 maggio, i partigiani ricevono un po' di armi, esplosivi e vestiario. A questo punto i partigiani della 38a iniziano le operazioni di guerriglia contro le truppe nazifasciste raccogliendo importanti successi. Il 24 Maggio assaltano la caserma di Morfasso e insediano un'amministrazione partigiana. Morfasso sarà così ricordato, nella memoria pubblica e nella bibliografia, come “il primo Comune liberato d'Italia” e, dal quel 24 maggio, fungerà da base logistica per la Resistenza, che incalza i presidi della Repubblica Sociale in modo sempre più martellante. Già il 25 maggio viene attaccato e sconfitto il presidio di Rustigazzo, in Val Chero. Il 27 maggio viene liberata Vernasca. Il 20 giugno il distaccamento partigiano di Giovanni Lo Slavo, in un (sic!) azione combinata con i partigiani parmensi della 12a Brigata Garibaldi, comandati da Saccani Enzo “Renzo”, proveniente da Bardi, attaccano la caserma di Lugagnano, principale centro della vallata. In questo caso si tratterà non di un'occupazione duratura ma di una breve puntata, dal momento che il giorno stesso i nazifascisti accorreranno in forze per rioccupare il paese, ma che dimostra come la Resistenza possa scendere dai monti, minacciando anche i presidi dei grossi centri del fondovalle.
Ad interrompere l'espansione della Resistenza nella zona, arriva, intorno alla metà di luglio, il primo “Grande Rastrellamento” effettuato in provincia di Piacenza nell'ambito dell'operazione “Wallenstein”. Ma l'operazione non sortisce l'effetto voluto, in quanto i partigiani, decidono di effettuare una tattica di arretramento nelle zone più impervie, non avendo a disposizione armi e munizioni per contrastare uno scontro in campo aperto contro soldati addestrati e ben armati.
Con il ritiro delle truppe nazifasciste di fine luglio, i partigiani riprendono possesso del territorio e creano ua (sic!) “zona libera” in Val d'Arda.
Alla fine dell'estate, i partigiani arrivano a controllare quasi tutto il territorio piacentino, ma con l'arresto dell'offensiva alleata sulla “Linea Gotica”, i tedeschi decidono di impiegare le loro truppe, in massicce operazioni anti partigiane in tutto il Nord-Italia. Verso la fine di novembre, nel Piacentino, comincia il “Grande Rastrellamento”. Quello con grandi nevicate, dei nascondigli di fortuna, degli stupri di massa, della paura dei “mongoli”. Le prime ad essere colpite dalla micidiale offensiva nazifascista sono le formazioni partigiane delle valli Trebbia e Tidone, al comando di Fausto Cossu. Si combatte al Passo del Cerro ma ogni resistenza è inutile; cade Bettola, sede del Comando Unico; Cade Bobbio, che nell'estate era stata proclamata dai partigiani “Libera Repubblica”. La mattina del 4 dicembre 1944 un gruppo di partigiani, da Bardi, si mette in cammino per portare aiuto ai compagni, perché, si dice, che qualcuno a Prato Barbieri sta ancora combattendo per cercare di frenare l'avanzata nazi-mongola in Val d'Arda. Arrivati a Morfasso, la colonna di circa sessanta persone, con un'automobile, due autocarri e un'ambulanza, si mette, agli ordini di Giuseppe Prati, comandante della Divisione e partono in direzione di Prato Barbieri.
Ma al Passo dei Guselli li aspetta un'imboscata, preparata con cura dai tedeschi.
I primi a cadere vittime sono Pietro Callegari “Terribile” e Aldo Perazzi “Rosso”, mandati in avanscoperta a bordo di una motocicletta.
Il resto della colonna giunge poco dopo e si trova immediatamente investito da un'eccezionale potenza di fuoco. I partigiano non riescono nemmeno a tentare di resistere e, colti di sorpresa, si trovano inermi in balia del nemico. Venticinque partigiani sono uccisi sul colpo, tra loro Luisa Calzetta “Tigrona”, la più nota donna combattente delle formazioni piacentine, che muore, secondo alcune fonti, cercando di portare aiuto ad un compagno ferito, che grazie a lei si salverà. Altri dieci partigiani vengono catturati e deportati in Germania. Di questo gruppo solo uno, Nando Panelli “Luciano” riuscirà a far ritorno a casa, dopo aver vissuto lunghi mesi d'inferno nel campo di concentramento di Flossenburg. Stanchi, dopo il terribile massacro dei Guselli e le operazioni di guerra e rastrellamento, i nazi-mongoli si fermano.
Per la Val d'Arda è l'inizio di un mese di irreale attesa: si aspetta da un giorno all'altro l'offensiva finale, che sconfigga definitivamente le forze partigiane piacentine, che però tarda a giungere. E' proprio quando i partigiani meno se lo aspettano, il giorno dell'Epifania, sotto una nevicata eccezionalmente abbondante, che i comandi nazifascisti decidono di sferrare l'atteso attacco. Il 6 gennaio 1945 inizia la seconda fase del Grande Rastrellamento, e una delle prime offensive è quella di Rocchetta di Morfasso, dove vengono uccisi brutalmente partigiani ma anche civili. L'alta Val Nure e la Val d'Arda (uniche zone rimaste libere) cadono in mano al nemico.
La rotta delle formazioni partigiane è totale. A metà febbraio le truppe germaniche ritornano sulla “Linea Gotica”, in previsione della ripresa dell'avanzata alleata. Le formazioni partigiane si riformano e riprendono la lotta armata che li porterà a rioccupare il territorio piacentino e culminerà con la liberazione di Piacenza il 28 di aprile. Il Comune di Morfasso, l'ANPI Provinciale di Piacenza e il Museo della Resistenza Piacentina organizzano ogni anno una commemorazione che si svolge una domenica mattina del mese di dicembre. Per ragioni di comodità vengono accorpati l'eccidio del Passo dei Guselli, (4 dicembre 1944) nel quale persero la vita 33 partigiani caduti in un'imboscata con l'eccidio di Rocchetta (7 gennaio 1945), dove morirono 20 partigiani, e due civili, una donna e un bambino.
La manifestazione commemorativa prevede la visita di entrambi i luoghi, che distano pochi chilometri l'uno dall'altro.

Amministrazione comunale di Morfasso-Museo della Resistenza Piacentina (www.resistenzapiacenza.it)-Associazione culturale “Via dei Monasteri Regi” (www.monasteriregi.wordpress.com)-Associazione escursionistica “...Basta nà”

Contenuti

Iscrizioni:
ADOLFINI GIUSEPPE
ARGELLATI MARIO (recte BATTISTA MARIO)
BAZZO GIOVANNI (recte BARRO)
BONETTI PIETRO
BUSI VITTORIO
CALLEGARI GIACOMO
CALLEGARI PIETRO
CALZETTA LUISA
CHINOSI ANTONIO
CORDANI ARTURO
COSTA CESARE
FAGGIOLI FERRUCCIO
GELATI MARIO
GENLATI GIUSEPPE
ITALIA CAMILLO
LANDOTTI GUIDO

PROVINI ANTONIO
LODIGIANI GIANNINO
ORLANDI ANTONIO
PEDRETTI ANTONIO
PELLICANI MEUCCIO
PICCOLI GIOVANNI
PRASSETTI LUIGI
PREVIDI LUIGI
RAIMONDI UGO
RAPACCIOLI ATTILIO
SBUTTONI GIUSEPPE
SCAGLIONI RUOCCO (recte RUOCCO AUGUSTO)
SFULCINI UGO
SQUARZA CARLO
SQUARZA GINO
SUBACCHI ERNESTO
VITO FRANCO

AI GLORIOSI CADUTI DI
GUSELLI
CHE LA LORO VITA DONARONO
IN OLOCAUSTO PER UNA PIU' GRANDE
LIBERA ITALIA
PASSO GUSELLI 4 – 12 – 1944

Targhe poste sul pilastrino anteriore alla lapide dedicata ai Caduti:

I Ciclisti a ricordo dei
Valorosi Caduti per la Libertà
G.S. F. Zeppi Piacenza 25-04-2016

XV
PIACENZA – PASSO DEI GUSELLI – PIACENZA
Onore e gloria ai valorosi caduti
G.S. Ciclistico Franco ZEPPI – 25 aprile 2012

MANIFESTAZIONE 25 APRILE 1989
“GUSELLI”
RAGAZZI DELLA VA elementare del Comune di Gropparello
così hanno scritto:
Quarantacinque anni fa noi non eravamo,
né erano le nostre mamme e i nostri papà
ma i vostri ideali sono oggi i nostri
Gli alunni: PREVIDI ELISA-FRONTONI ILARIA-RISOLI ROMINA-GALLELLI CRISTINA
COMANDINI SAMANTHA-RISOLI VALERIA-CASAZZA ANTONIO-GHITTONI MICHELA
ROSSETTI DAVIDE-GROPPI VALERIO-GOTTI MARGHERITA-BONFANTI ALESSANDRA
PONTICELLI MICHELE-OROBONCOIDI SILVIO-CASELLA MATTEO
L'insegnante RISOLLI MARIA la collega ANNA MISEROTTI
Simboli:
Croce cristiana di ferro posta in posizione centrale sopra il cippo.

Altro

Osservazioni personali:
Coordinate Google Maps:
44.7381698 9.676741

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