Posizione
- Nazione:
- Italia
- Indirizzo:
- Borgata Zandegiacomo, 16
- CAP:
- 32041
- Latitudine:
- 46.553718582795
- Longitudine:
- 12.439838967669
Informazioni
- Luogo di collocazione:
- Prato dietro all'Ospedale
- Data di collocazione:
- Informazione non reperita
- Materiali (Generico):
- Marmo, Altro
- Materiali (Dettaglio):
- Stele in cemento presenta al centro una croce di ferro. Lapide in marmo con lettere incise.
- Stato di conservazione:
- Buono
- Ente preposto alla conservazione:
- ANPI Sezione Cadore - Giovanna Zangrandi
- Notizie e contestualizzazione storica:
- Severino Rizzardi, figlio di Felice e Maria Rizzardi, nacque il 20 ottobre 1917 ad Auronzo di Cadore, divenne un partigiano della Brigata “Pier Fortunato Calvi”, nella quale militò dal 17 luglio 1944 al 26 aprile 1945, giorno della sua morte. Operò inizialmente nel Battaglione “Bepi Stris” e successivamente ricoprì il grado di Comandante della Brigata Calvi. Il 26 aprile 1945 fu avvisato che i tedeschi avevano sequestrato alcuni partigiani nell’albergo “Centrale” di Auronzo di Cadore e senza nessuna esitazione corse in paese per cercare di liberare i suoi compagni. Si trattava di un’imboscata, i tedeschi lo attendevano, gli spararono inseguendolo per le strade verso l'Ospedale di Auronzo e lo raggiunsero sul prato vicino al limitare del bosco dove cercò invano di scampare agli spari. Fu decorato con la Medaglia d’argento al Valor Militare, che venne consegnata ai familiari il 30 settembre 1972 con questa motivazione: "Nella lotta di liberazione, prontamente ed arditamente intrapresa dopo l'armistizio, rivelava belle capacità di animatore e di organizzatore e brillanti doti di coraggio e di iniziativa conseguendo il comando di una brigata di partigiani. Particolarmente si distingueva in azioni di guerra efficacemente intralciando i movimenti dei nazisti nella Val Boite. Nelle ultime giornate insurrezionali, colto di sorpresa dal nemico mentre con pochi uomini organizzava il suo Comando, si slanciava, con impeto generoso e dallo scopo di consentire ai suoi di porsi in salvo, contro l'avversario con la pistola in pugno, cadendo da prode per la libertà della Patria."
Contenuti
- Iscrizioni:
- DOVE SORGE QUESTA STELE
IL 25-4-1945
L'ARMA DELL'OPPRESSORE TEDESCO COLPIVA
SEVERINO RIZZARDI -TIGRE-
COMANDANTE DELLA BRIGATA PARTIGIANA P. F. CALVI
LO STRAPPAVA ALLA VITA TERRENA
LO CONSACRAVA A DESTINO DI GLORIA
- Simboli:
- Croce
Altro
- Osservazioni personali:
- Severino Rizzardi "Tigre" viene più volte citato nelle opere della scrittrice Giovanna Zangrandi, nome di battaglia "Anna", con il quale aveva combattuto durante la Resistenza in Cadore e se ne era innamorata, per questo rimase molto colpita dalla sua morte.
Così parla di lui nel libro "Il Campo Rosso": “Andava, veniva. Lampi di sole in una luna da piova, un sorriso giovane a volte, occhi con fiammoline gialle da felino”.
Lo troviamo citato anche nel racconto "Gli ingrassavo le scarpe": "(...) Era una casetta al margine del paese. Vi era un grande paesano baffuto, e Severino, dalla gioia mi scrollò forte. Non sentivo nemmeno stanchezza; e Severino volle che mangiassi io tutta la pasta; urlava che lui aveva mangiato fin troppo. Parti subito, in babbucce, a organizzarsi per quel lancio.
Il vecchio paesano è venuto con una coperta e un materassino, lo ha messo vicino al focolare e ha detto: « Vi ci potete accomodare? ».
« Ma certo; è magnifico ». Il vecchio riordina, mette a posto questo e quello, prende su le scarpe di Severino (quanto sono mal ridotte!).
« La moglie si dimenticò di ingrassarle », dice quell’uomo.
« Datemi il grasso; intanto che scarico i muscoli e mi preparo a dormire, vorrei ungere queste scarpe, se avete il grasso ».
« Ma si, non c’è altro che grasso da scarpe; per cucinare ci manca, ma non quello delle scarpe; i tedeschi ne lasciano scatolotti dovunque ».
« E guarda come le ha ancora consumate sul lato ».
« Eh, Sevi, Sevi. È come mio figlio. Non vedi come mette giú il piede? Ne deve aver avuto del male. E metterlo proprio portaordini, gran bestie!… ».
All’alba ho dovuto partire, senza vederlo. Credo che sia stato contento di aver trovato le scarpe in ordine e ha capito che sono stata io. Forse capirà anche perché gliele ho ingrassate.
Poi verrà primavera anche qui in alto. Si sente ormai nell’aria, la nostra primavera di libertà. è tanto che si aspetta ora si sente che viene, è vicina, ma quasi non si riesce a immaginare bene come sarà. O forse nemmeno si osa pensare a queste cose. E bisogna andare in fretta, in questi ultimi giorni, a gara con i fiumi, che sono gonfie rombano nelle forre."