98260 - Stele alla M.A.V.M. all’Allievo Finanziere Livio Cicalè – Comando Provinciale G.d.F. – Macerata

Stele di forma rettangolare riportante la motivazione (integrale) con la quale è stata conferita la medaglia d’Argento al Valor Militare della Resistenza all’Allievo Finanziere Livio Cicalè, combattente partigiano fucilato il 17 aprile 1944. Sulla sinistra è un altorilievo bronzeo raffigurante la fucilazione di Livio Cicalè.

STAFF PIETRE: scheda censita anche da IC Paladini Treia

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Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Indirizzo:
Via Roma, 281
CAP:
62100
Latitudine:
43.288536
Longitudine:
13.433401

Informazioni

Luogo di collocazione:
Viale interno Caserma.
Data di collocazione:
01/01/2000
Materiali (Generico):
Bronzo, Marmo
Materiali (Dettaglio):
Marmo per la stele; bronzo per il bassorilievo e l'iscrizione
Stato di conservazione:
Buono
Ente preposto alla conservazione:
Comando Provinciale Guardia di Finanza di Macerata
Notizie e contestualizzazione storica:
La storia di Livio Cicalè si intreccia con quella di un altro martire della Resistenza, Giuseppe Biagiotti. I due ragazzi si conoscevano dall'infanzia: entrambi nati in famiglie disagiate, avevano coltivato il loro rapporto all'interno dell'orfanotrofio maschile di Macerata, retto da Don Primo Fratini. Nel settembre del 1943, Livio era un allievo finanziere della Guardia di Finanza mentre Giuseppe doveva presentarsi per il servizio militare. Entrambi decisero di non rispondere alla chiamata alle armi della neonata Repubblica di Salò e confluirono dapprima nel gruppo partigiano della zona di Montenero di Cingoli, poi nel gruppo “201 Volante” del Tenente Emanuele LENA, detto “Acciaio” La strategia di lotta partigiana del gruppo consisteva in colpi di mano, basati sul fattore sorpresa, con azioni mirate e fulminee. Il 15 aprile del 1944, i due giovani, Livio e Giuseppe, parteciparono ad un’azione che aveva l’obiettivo di catturare un noto gerarca fascista maceratese, tendendogli un’imboscata sulla strada di ritorno a Macerata. L’attacco era stato studiato nei minimi particolari, ma qualcosa andò storto. Alcuni fascisti riuscirono a sfuggire ad un posto di blocco e diedero l'allarme. Ben presto, i partigiani furono attaccati da un folto numero di fascisti, con una potenza di fuoco schiacciante. Nell’ intensa sparatoria che ne seguì, Giuseppe fu raggiunto da una raffica di mitragliatrice alla gamba, che lo fece cadere a terra. Il suo amico, Livio, resosi conto dell’accaduto, anziché ripiegare, accorse in suo aiuto, mentre era esanime a terra in una pozza di sangue. Si rifiutò di lasciarlo lì, se lo caricò sulle spalle per riprendere il cammino e cercar riparo al di là del fiume Chienti, ma i due non riuscirono mai a guadarlo, furono catturati e condotti alla caserma Corridoni di Macerata. Dalla sera del 15 aprile al successivo 17 aprile, per i due giovani partigiani furono ore di sevizie e di martirio, ma nulla rivelarono dei loro compagni. La mattina di lunedì 17, persistendo nel loro ostinato mutismo, i due vennero tradotti al campo di concentramento di Sforzacosta, dove vennero fucilati. Avevano da poco compiuto 19 anni.

Contenuti

Iscrizioni:
ALLIEVO FINANZIERE LIVIO CICALÈ
MEDAGLIA D'ARGENTO AL VALOR MILITARE
DOPO L’ARMISTIZIO SI ARRUOLAVA TRA I PRIMI NELLE
FORMAZIONI PARTIGIANE MOLTO DISTINGUENDOSI PER
CORAGGIOSO COMPORTAMENTO.
NEL CORSO DI UNA ARDITA AZIONE, GIÀ DISIMPEGNATOSI
CON I SUOI, TORNAVA INDIETRO PER RACCOGLIERE UN
FERITO.
CARICATOSI IL COMPAGNO SULLE SPALLE, MA INSEGUITO
E RAGGIUNTO, IMPEGNAVA COMBATTIMENTO FINO
ALL’ULTIMA CARTUCCIA.
CATTURATO, PERCOSSO, LUNGAMENTE E BARBARAMENTE
SEVIZIATO, MANTENNE FIERO ED ESEMPLARE CONTEGNO,
NON RINNEGANDO LA SUA FEDE E NULLA RIVELANDO.
FUCILATO, CADEVA NEL NOME DELL’ITALIA.
TOLENTINO – SFORZACOSTA – MACERATA – 17/4/1944
DECRETO PRESIDENZIALE 28/7/1950
Simboli:
Altorilievo in bronzo raffigurante l'eccidio.

Altro

Osservazioni personali:
La stele è attualmente ben visibile ed in buono stato di conservazione.

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