7109 - Monumento a ricordo dell’eccidio al podere Saracino II – Rosignano Marittimo

Cippo posto in memoria della strage del 2 luglio 1944 al podere Saracino II di Rosignano Marittimo. Durante il “passaggio del fronte” si verificarono numerosi eccidi perpetrati dalle SS che sterminarono intere famiglie come quella di Ricciarelli Angiolo, Emo, Leonildo, Ulisse, Maria, Luppichini Ermanno, Turini AdeleMonumento di forma composita/piramidale in pietra serenza su base rettangolare (acciotolato).

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Traversa livornese
Indirizzo:
CAP:
57016
Latitudine:
43.40079717538733
Longitudine:
10.481643676757812

Informazioni

Luogo di collocazione:
Rosignano Marittimo (LI) via Treversa Livornese
Data di collocazione:
11/2001
Materiali (Generico):
Pietra, Altro
Materiali (Dettaglio):
Pietra serena, ciottoli e pietre
Stato di conservazione:
Ottimo
Ente preposto alla conservazione:
Comune di Rosignano Marittimo (LI)
Notizie e contestualizzazione storica:
2 luglio 1944 - Eccidio al podere Saracino II°
Sangue innocente, versato per chissà quali misteriose e incomprensibili ragioni. Nel podere immerso nella campagna vivono in dodici, il capoccia:
1 - Angelo Ricciarelli di 79 anni,
2 - la moglie Zelinda Turini di 77 anni,
3 - la figlia Iole di 53 anni
4 - con il marito Ermando Luppichini di 55 anni,
5 - il figlio Ulisse di 47 anni
6 - con la moglie Francesca Bettini di 46 anni e i
7 - figli Inigo di 16
8 - e Maido e 9 anni,
9 - il figlio Emo di 32 anni
10 - con la moglie Livia Bandini di anni 29 e
11 - il figlio Giancarlo di 7 anni e
12 - Maria Geppini cognata del capoccia.
Alle 17,30 di quel 2 luglio si presentarono al podere tre militari della sedicesima divisione SS arrivata a Rosignano nella mattinata. Altri erano appostati in pineta ed oltre la strada. Durante una tregua dei cannoni, Emo, lasciando il ricovero provvisorio vicino a casa, si reca a governare il bestiame. Lo segue il nipote Inigo, ma appena allo scoperto vede i tedeschi e torna ad avvertire gli altri. Anche la moglie di Emo vede e corre in casa seguita dagli altri familiari ancora all'esterno. In casa discutono fra tutti il da farsi poi gli uomini decidono di uscire per tirar fuori una "macina" dal campo, le donne restano all'interno. Poco dopo raffiche di mitra e le grida dei congiunti. Angiolo il più anziano che era rimasto con le donne, corre fuori e viene mitragliato. Un tedesco si affaccia alla porta e urlando butta fuori Zelinda, Iole, Maria e Francesca che appena fuori vengono uccise come gli atri a colpi di mitra. I tedeschi radunano gli otto corpi in un capanno attrezzi vicino e puliscono la scena. Quattro soli i superstiti, dagli occhi sbarrati per il terrore, sono la ventinovenne Livia Bandini, con il figlio Giancarlo di 7 e i nipoti Inigo di 16 e Maido di 9. Una donna e tre bimbi, senza più alcun congiunto. I militari dicono che sarebbero tornati a pranzo con il loro tenente. Livia terrorizzata prende i bambini e si rifugia dai coloni vicini, alla Bucaccia e più tardi con l'aiuto di Osvaldo Nocchi raggiunge la casa paterna vicino al cimitero. Del gesto disumano e sconvolgente resta, l'indicibile sapore della morte. Nel novembre 2001 il Comune ha posto questo cippo a ricordo delle "vittime innocenti della follia della guerra".
fonte http://www.lungomarecastiglioncello.it

Contenuti

Iscrizioni:
In questo luogo il 2 luglio 1944
le truppe tedesche in ritirata
vilmente trucidavano:

ANGIOLO RICCIARELLI 79
ZELINDA TURINI 75, moglie di Angiolo
ULISSE RICCIARELLI 46, figlio di Angiolo
FRANCESCA BETTINI 44, moglie di Ulisse
EMO RICCIARELLI 32, figlio di Angiolo
IOLE RICCIARELLI 53, figlia di Angiolo
ARMANDO LUPPICHINI 65, marito di Iole
MARIA GEPPINI 80, cognata di Angiolo

vittime innocenti della follia
della guerra

A perenne monito e ricordo
l'amministrazione comunale
di Rosignano M.mo

Il Saracino
Novembre 2001
Simboli:
Non sono presenti simboli

Altro

Osservazioni personali:
Informazione non reperita

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