164652 - Stele monumentale ai Caduti presso il Centro Culturale – Poviglio

Si tratta di un masso di pietra di forma rettangolare situato davanti al Centro Sociale dove si trova la Sala Civica e la Biblioteca. Sulla pietra di forma rettangolare è stata applicata una targa in bronzo. L’epigrafe riportata dalla targa è tratta da Julius Fucik, -Scritto sotto la forca.-

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Indirizzo:
Strada per Parma
CAP:
42028
Latitudine:
44.8411978
Longitudine:
10.539041

Informazioni

Luogo di collocazione:
Sul prato del Centro Culturale del Comune di Poviglio.
Data di collocazione:
L'inaugurazione è avvenuta il 25 aprile 1995.
Materiali (Generico):
Bronzo, Pietra
Materiali (Dettaglio):
E' una semplice pietra di forma rettangolare , un cippo molto semplice, di pietra . Sulla pietra è stata posta una targa in bronzo con una citazione di J.Fucik sulla libertà e democrazia.
Stato di conservazione:
Ottimo
Ente preposto alla conservazione:
Comune di Poviglio
Notizie e contestualizzazione storica:
JULIUS FUCIK nacque il 23 febbraio 1903 a Smikhov, uno dei più vecchi sobborghi industriali di Praga. Suo padre era operaio metallurgico. A scuola il ragazzo Fucik dimostrò attitudini non comuni, una grande passione per la lettura e soprattutto per la storia. Nel 1921 il figlio dell'operaio di Smikhov si iscriveva alla Facoltà di filosofia dell'Università di Praga. Ripetutamente arrestato per i suoi attacchi giornalistici ai gruppi privilegiati, Fucik dovette spesso nascondersi e camuffarsi per sfuggire alla polizia. Nel 1934, minacciato di un nuovo arresto, tornò nell'Unione Sovietica e vi rimase fino al 1936, come corrispondente del Rude Pravo. Le sue corrispondenze dall'U.R.S.S. fecero di lui uno dei giornalisti più popolari in Cecoslovacchia.
Quando Fucik rientrò in patria, la crisi dello Stato borghese cecoslovacco, maldestramente manovrato dagli imperialisti francesi ed inglesi come una pedina nel gioco antisovietico, era ormai prossima. La Cecoslovacchia stava per essere abbandonata a Hitler. Fucik cadde nelle mani dei nazisti nella primavera del 1942. La cronaca della sua prigionia nel carcere di Pankrac, a Praga, delle torture feroci a cui fu sottoposto, è raccontata in questo diario " scritto sotto la forca ", che l'eroico combattente poté tenere e far uscire dalle mura della cella grazie all'organizzazione clandestina comunista la quale tesseva infaticabilmente le proprie fila anche all'interno di Pankrac. Trasportato in Germania, Fucik comparve dinanzi al tribunale nazista di Berlino il 25 agosto del 1943. Ai giudici dichiarò: " So che sarò condannato e che la mia vita sta per finire, ma so anche di aver fatto tutto il possibile per la nostra vittoria. Sono certo che vinceremo. Noi morremo, ma altri verranno e continueranno la nostra opera". Il 4 settembre una bomba cadde sulla prigione, tutti i detenuti furono fatti uscire in cortile, e Fucik si incontrò con alcuni dei suoi compagni cèchi. Incatenato ai polsi ed ai piedi, in mezzo al cortile, parlò loro a gran voce per scuotere gli animi dall'abbattimento in cui molti erano caduti. Parlò della forza morale dei cittadini sovietici, della sconfitta che i nazisti avevano subito davanti a Mosca ed a Stalingrado, disse che l'U.R.S.S. non avrebbe deposto le armi finché il fascismo non fosse annientato:
"Se a occidente venisse aperto un secondo fronte, la guerra finirebbe certamente prima. Alcuni di noi, forse, avrebbero la speranza di non morire. Ma ricordiamoci che siamo soldati i quali combattono nelle retrovie del nemico. Se dobbiamo morire, moriamo con la convinzione che vinceremo ".
L'8 settembre 1943 Julius Fucik veniva impiccato.
INTRODUZIONE
Nel campo di concentramento di Ravensbrück, i compagni di prigionia mi informarono che mio marito, Julius Fucik, era stato condannato a morte il 25 agosto 1943, dal tribunale nazista di Berlino.Le domande concernenti la sua sorte successiva risuonarono come un'eco vana lungo le alte mura del campo. Dopo la disfatta della Germania hitleriana, nel maggio 1945; vennero liberati dalle carceri e dai campi di concentramento i prigionieri che i fascisti non avevano avuto il tempo di torturare a morte o di uccidere. Io ebbi la fortuna di essere tra i liberati.
Ritornai nella mia Patria libera. Cercai le tracce di mio marito. Feci come altri mille e mille che cercavano e ancora cercano il marito, la moglie, il bambino, i padri e le madri deportati dagli occupanti tedeschi, in qualcuna delle loro innumerevoli case di tortura.
Seppi che Julius Fucik era stato giustiziato a Berlino 1'8 settembre 1943, quindici giorni dopo la condanna.
Seppi anche che Julius Fucik aveva scritto nella prigione di Pankrac. Fu il suo secondino, A. Kolinsky, a dargli i mezzi per farlo, portandogli nella cella la carta e la matita occorrenti. Fu lo stesso secondino a portare fuori dalla prigione, di nascosto, i foglietti del manoscritto.
Ho parlato con il secondino. Poco alla volta ho ricevuto tutto quello che Julius Fucik scrisse nella sua cella di Pankrac. I foglietti numerati erano nascosti presso diverse persone ed in luoghi diversi; io li ho riuniti e oggi li presento al lettore. È l'ultima opera di Julius Fucik.
GUSTA FUCIKOVA (Compagna di J.FUCIK)

Contenuti

Iscrizioni:
L'epigrafe riportata dalla
targa è tratta da Julius Fucik, -Scritto sotto la forca.-

«Vi chiedo solo una cosa: non dimenticate. Non dimenticate né i buoni né i cattivi. Raccogliete con pazienza le testimonianze di quanti sono caduti per loro e per voi. Un bel giorno si ricorderà il passato, e si parlerà d'una grande epoca e degli eroi anonimi che hanno creato la nostra democrazia»
Simboli:
Non ci sono simboli.

Altro

Osservazioni personali:
Il monumento è semplice, di pietra ,posto davanti alla biblioteca è monito per ricordare ...

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