241528 - Tomba di don Dante Ricci al Cimitero di Pratovalle e Roveraia – Loro Ciuffenna (AR)

Sul lato interno della porzione di muro perimetrale del cimitero di Pratovalle e Roveraia, che si trova nel primo paese, rivolta verso via Poggio a Ronco, in prossimità del cancello di ingresso, è presente la lapide di sepoltura di don Dante Ricci, parroco di Faeto e Pratovalle dal 1926 al 1944 catturato, durante la seconda guerra mondiale, da un gruppo di S.S. a Pratovalle e da questo ucciso per non aver fornito le informazioni richieste. La tomba ha forma di parallelepipedo ed è composta da tre sezioni di pietra unite: una centrale, di dimensioni più ampie, su cui è apposta la lastra funeraria di marmo bianco, chiusa, all’estremità inferiore e a quella superiore, da altre due, che sono meno alte e più larghe e lunghe, che presentano elaborati motivi decorativi in rilievo. La lastra è quadrata e ha i quattro angoli smussati. Sopra il lato superiore è presente un semicerchio. Il testo è costituito da lettere maiuscole di colore nero applicate sul sottostante supporto marmoreo.

Per motivi di completezza si riporta anche il testo dell’ossario che, dopo il 2019, ha sostituito la tomba del 1944 (v. sezione “notizie e contestualizzazione storica”).

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Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Pratovalle
Indirizzo:
Strada di collegamento al cimitero
CAP:
52024
Latitudine:
43.585419619771
Longitudine:
11.685720086491

Informazioni

Luogo di collocazione:
Muro perimetrale del cimitero
Data di collocazione:
1944
Materiali (Generico):
Marmo, Pietra
Materiali (Dettaglio):
Lastra in marmo bianco, lettere del testo in metallo, supporto in pietra
Stato di conservazione:
Sufficiente
Ente preposto alla conservazione:
Amministrazione Comunale
Notizie e contestualizzazione storica:
Don Dante Ricci nacque il 18 luglio 1883 [2] e fu nominato parroco della parrocchia di Santa Maria a Faeto, comprendente Faeto e Pratovalle (Loro Ciuffenna), nel 1926 [1] [2] [13]. Avendo frequentato il seminario, era solito insegnare a leggere ai ragazzi [14] [19]. Durante la Seconda guerra mondiale ospitò, nell'ex canonica di Faeto, partigiani, perseguitati per motivi politici, prigionieri di guerra alleati e slavi durante la loro fuga [4] [7] [8] [9] [18] e renitenti alla leva repubblichina [2] [11] e per tale motivo fu segnalato da una spia al comando tedesco [4] [7] [11]. Fu un attivo collaboratore dei partigiani [11] [25] e il suo nome in codice per comunicare era Jon [23] [24].
La mattina del 10 luglio 1944 una pattuglia di S.S. [2] [4] [16] lo cercò all'ex canonica della chiesa di Santa Lucia a Pratovalle ma lui riuscì a scappare dalla porta sul retro [4] [7] [9] [13] con la scusa che doveva rientrare nell'abitazione per riprendere la Bibbia. Successivamente si diresse nella boscaglia in direzione Faeto [18].
L'11 luglio 1944, quando don Dante Ricci suonò le campane nella sacrestia nella chiesa di Santa Lucia alle ore 10, i militari tedeschi si recarono presso l'ex canonica di Pratovalle e lo arrestarono [4] [7] [9] [13]. La pattuglia lo prese in tale luogo e non all'interno della chiesa di Santa Lucia poiché, quando avvennero tali fatti, le corde che permettevano di suonare le campane non arrivavano al piano terra della sacrestia ma terminavano al primo piano ed erano raggiungibili attraverso la scala di pietra interna dell'ex canonica che connetteva i due edifici attraverso una porta, che successivamente fu murata e che è ancora visibile dal lato della sacrestia [22] [26]. Prima fu sottoposto a un interrogatorio con il fine di ottenere informazioni sulle azioni e sui nascondigli dei partigiani e sulle persone da lui ospitate e protette a Faeto ma lui non fornì quanto richiesto dai tedeschi [4] [5] [6] [10] [11] [17] e questi lo portarono in un'area boschiva posta nelle vicinanze di Faeto e Pratovalle [4] [7] [11].
Il medesimo giorno fu fucilato [2] in fondo a un borro [15] ma, per quanto riguardo il luogo di uccisione, le fonti riportano diversi luoghi:
1. Borro delle Caldine (fra Casamona, frazione di Loro Ciuffenna, e Faeto) [20] [21];
2. Borro del Molinaccio [8] [12];
3. in prossimità di un ponte che attraversa il torrente Orenaccio (passa nei pressi del Borro, frazione di Loro Ciuffenna) [3] [8] [22].
Per quanto riguarda la sua morte Dethick mette in evidenza come questa "non fu la conseguenza diretta delle azioni partigiane dato che lui [don Dante Ricci] era già stato segnalato ai tedeschi da una spia" [7];
Sono pervenute due descrizioni della sua morte contemporanee ai fatti:
1. "[...] Appena i tedeschi sentono il suono delle campane [della chiesa di Santa Lucia a Pratovalle], accorrono presso la [ex] canonica [della chiesa di Santa Lucia a Pratovalle], arrestano il parroco vestito dei paramenti sacri, lo sottopongono ad uno stringente interrogatorio allo scopo di ottenere da lui importanti rivelazioni sul movimento patriottico [partigiano]. Il fiero e sdegno riserbo dell'eroico sacerdote inasprisce ancora di più i tedeschi, che lo trascinano in un bosco vicino, lo spogliano, lo torturano, e lo colpiscono con una scarica di mitra. Il povero sacerdote cade, e nonostante le ferite gravissime, rimane ancora in vita. I tedeschi gli saltano addosso, gli crivellano la testa a colpi di baionetta, e buttano poi la salma in un precipizio" [4]; tale descrizione è confermata anche da Dethick [7];
2. "[...] [don Dante Ricci era] povero ma forte come il macigno che forma la montagna che sovrasta a picco i due paeselli [Faeto e Pratovalle] [...] [ed era] destinato al martirio, martirio che affrontò pregando, vestito da messa. Qualcuno disse che la sera prima del calvario che gli fecero salire in discesa (lo uccisero in fondo ad un borro) avrebbe avuto il fucile in mano. Dal martirio uscì come un testimone della fede [...] Perdio! Il fucile lo aveva in mano, quella sera! Difendeva il suo popolo! Sparò più volte! Dice che lo presero, anche, quella sera, ma lui fuggì mentre gli sparavano fra le canne della gora" [15].
Fu così ricordato nel 1945: "Intelligente e buono, visse in semplicità fra i popoli della disagiata montagna. Esempio di virtù e di sacrificio, seguì Gesù nel martirio per aver aperto il cuore e la casa agli esuli e ai sofferenti" [2].
Fu sepolto nel cimitero di Pratovalle e Roveraia [14].

NOTA DI TRASCRIZIONE: le parti testuali inserite fra parentesi quadre nei racconti di Curina [4] e Droandi [15] al termine del precedente paragrafo non sono presenti nella versione originale ma sono state aggiunte dall'autore della scheda per permettere una migliore comprensione.

FONTI
Il numero in elenco delle fonti di seguito indicate corrisponde a quello con cui, fra parentesi quadre, vengono citate nel testo precedente.
1. "Bollettino ufficiale del Ministero della giustizia e degli affari di culto", pag. 569, tipografia della Camera dei Deputati, 1926 (https://books.google.it/books?id=9hpdj-o5UAAC&pg=PA569&dq=faeto+loro+ciuffenna&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjbvo3V6MTqAhUKiYsKHduTDIEQ6AEwAXoECAAQAg#v=onepage&q=faeto loro ciuffenna&f=false)
2. Santino di morte, Lib. Manuelli - Firenze, 1945 (v. galleria)
3. "Più di sei anni son passati", Enzo Droandi, 1951 (http://www.droandi.info/index.php/piu-di-sei-anni-son-passati/?id=110)
4. "Fuochi sui monti dell'Appennino toscano", pag. 239, Antonio Curina, tipografia D. Badiali, 1957 (https://books.google.it/books?id=LJDRAAAAMAAJ&q=confraternita+pratovalle&dq=confraternita+pratovalle&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwik1d6PhePqAhXVAxAIHcCqCs0Q6AEwAHoECAQQAg)
5. "Uccidere i civili. Le stragi naziste in Toscana (1943 – 1945)", pag. 122, Gianluca Fulvetti, Carocci, 2009 (https://www.google.it/books/edition/Uccidere_i_civili/4RUtAQAAIAAJ?hl=it&gbpv=1&bsq=don+dante+faeto&dq=don+dante+faeto&printsec=frontcover)
6. "Viva l'Italia! Risorgimento e Resistenza: perché dobbiamo essere orgogliosi della nostra nazione", pag. 104, Aldo Cazzullo, Arnoldo Mondadori Editore, 2010 (https://www.google.it/books/edition/Viva_l_Italia/jlm99Di8I7kC?hl=it&gbpv=1&dq=don+dante+faeto&pg=PA104&printsec=frontcover)
7. "I massacri di Arezzo. Una tragedia toscana", pag. 106, Janet Kinrade Dethick, Duca della Corgna, 2015 (https://books.google.it/books?id=CllpCQAAQBAJ&pg=PA107&dq=pratovalle+loro+ciuffenna&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwiXrabl0sDqAhXp8KYKHXQuDWYQ6AEwBnoECAgQAg#v=onepage&q=pratovalle loro ciuffenna&f=false)
8. Pietre della Memoria – "Monumento ai Caduti di Faeto, Casamone, Pratovalle e Roveraia", Istituto Comprensivo Masaccio, 2015 (https://www.pietredellamemoria.it/pietre/cippo-ai-caduti-di-faeto-e-casamone-della-prima-e-seconda-guerra-mondiale/)
9. "La lotta partigiana sul Pratomagno", Raffaella Simonti in Prato Magno 0 (2015), pag.6, a cura di Paolo Parigi e Raffaella Simonti, Comune di Loro Ciuffenna (http://www.comune.loro-ciuffenna.ar.it/c051020/images/rivista PRATOMAGNO/Prato Magno 0.pdf)
10. "Possa il mio sangue servire. Uomini e donne della Resistenza", sezione 10 – La Resistenza dei sacerdoti, Aldo Cazzullo, RCS Libri/Rizzoli, 2015 (https://www.google.it/books/edition/Possa_il_mio_sangue_servire_VINTAGE/VljTDQAAQBAJ?hl=it&gbpv=1&dq=don+dante+faeto&pg=PT105&printsec=frontcover)
11. Club Alpino Italiano, sezione Valdarno Superiore – "Faeto, un castello, una Assunzione della Vergine e un parroco martire", Vannetto Vannini, 2015 (https://caivaldarnosuperiore.it/faeto-un-castello-una-assunzione-della-vergine-e-un-parroco-martire/)
12. Atlante delle Stragi Naziste e Fasciste in Italia - "LORO CIUFFENNA 11-12.07.1944 (Arezzo – Toscana)", 2016 (https://www.straginazifasciste.it/?page_id=38&id_strage=3267)
13. Arezzo massacri – "I massacri di Arezzo 1944" (https://arezzomassacri.weebly.com/loro-ciuffenna.html)
14. Storia Famiglia Droandi – "Rinaldo di Roveraia", Enzo Droandi (http://www.droandi.info/index.php/rinaldo-di-roveraia/?id=90)
15. Storia Famiglia Droandi – "Don Pietro, arciprete – Don Pietro era una frana", Enzo Droandi (http://www.droandi.info/index.php/don-pietro-era-una-frana/?id=94)
16. Storia Famiglia Droandi – "Quel mezzogiorno a Vinca", Enzo Droandi (http://www.droandi.info/index.php/quel-mezzogiorno-a-vinca/?id=99)
17. "Agosto 1944", pag. 10, Regione Toscana (https://www.regione.toscana.it/documents/10180/347901/AGOSTO_1944.pdf/f66f2861-8771-4c2d-9794-27a20e7a061b)
18. fonte orale
19. fonte orale
20. fonte orale
21. fonte orale
22. fonte orale
23. fonte orale
24. fonte orale
25. fonte orale
26. fonte orale

NOTA SULLE FONTI: le informazioni reperite attraverso le fonti orali sono state individuate grazie alla ricerca personale condotta dall'autore della scheda condotta facendo riferimento a persone che sono nate e/o vissute a Pratovalle nel periodo compreso fra l'inizio del Novecento e gli anni Cinquanta del XX secolo, quindi contemporanee ai fatti di don Dante Ricci o immediatamente successive a questi.
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La tomba, fino al 2019, si trovava vicino all'ingresso del cimitero, in prossimità del vialetto, ed era posta nel prato che guarda via Poggio a Ronco. Fino a tale data conservava una croce latina di pietra il cui basamento era inserito al centro di un piccolo spazio di forma rettangolare ancora visibile. In tale anno fu esumata (FONTE: Comune di Loro Ciuffenna - Registro generale 10, numero particolare 10, 22 febbraio 2019, Ordinanza relativa alla pubblicizzazione dell'espletamento delle operazioni di esumazione/estumulazione salme nei cimiteri di Casale e Pratovalle nel Comune di Loro Ciuffenna - http://www.comune.loro-ciuffenna.ar.it/c051020/zf/index.php/atti-amministrativi/ordinanze/dettaglio/atto/G1WpNNET6ST0-A) e fu messa in salvo. Fu appoggiata sul lato esterno del muro perimetrale rivolto verso via Poggio a Ronco. Nel 2022 è stata riposizionata all'interno del cimitero, nella posizione attuale.

Contenuti

Iscrizioni:
Tomba originale:
D. DANTE RICCI
N. 18.7.1883_M. 11.7.1944
UCCISO DA IRA TEDESCA
SU QUESTA TOMBA
CHE CUSTODISCE LE SPOGLIE
DI UN SACERDOTE DI CRISTO
NON SI FERMI LO SPIRITO
DELL'ODIO E DELLA VENDETTA
ALEGGI LA PREGHIERA
CHE IMPLORA
GRAZIA E PERDONO
LA FAMIGLIA E I CONGIUNTI
Q M PP

Ossario:
DON
DANTE
RICCI
1883 1944
PARROCO DI
PRATOVALLE
Simboli:
Sull'estremità superiore, incorniciate da un bordo in rilievo di forma rettangolare, ci sono quattro volute che, suddivise in due gruppi di due, formano due S orizzontali speculari in cui la voluta posta al centro di tale spazio è di maggiori dimensioni rispetto a quella posta in prossimità del lato corto della cornice esterna. Nello spazio intermedio di ciascuna S emergono due fiori, uno rivolto verso il basso e un altro verso l'alto.
Nel punto di intersezione delle due S sono presenti due fiori che seguono lo schema prima descritto.
Sul basamento, bordato sempre da una cornice in rilievo, è presente un caduceo, simbolo di buona condotta, racchiuso, a destra e sinistra, da due serpenti speculari che seguono un andamento semicircolare, le cui teste, che si incrociano al di sopra della sommità del bastone, sono poste in alto e sono girate verso il lato esterno della tomba. Il caduceo è formato da un copricapo sormontato da un bastone, sulla cui estremità superiore è posta una piccola sfera e al cui centro si trovano due ali spiegate. Le ali rappresentano la diligenza, il bastone il potere, il copricapo il pensiero elevato e i due serpenti la prudenza (FONTE: "Caduceo | Caducée | Caduceo" in "Dizionario dei simboli funerari" di Gian Marco Vidor pubblicato sul sito "Storia e Memoria di Bologna" - https://www.storiaememoriadibologna.it/certosa/caduceo-caducee-caduceo-23-simbolo). Ai lati si sviluppano, simmetricamente, due foglie, una di maggiori dimensioni che guarda il bordo inferiore e un'altra, più piccola, diretta verso l'alto.
Il lato superiore della cornice esterna di questa parte della tomba è articolato in tre semicerchi aderenti ai motivi decorativi sopra descritti: uno più piccolo al centro, posto al di sopra del caduceo, e altri due, speculari, che tendono ad abbassarsi andando verso l'estremità superiore del lato corto esterno.

La croce che era presente fino al 2019 in cima alla tomba (v. sezione "notizie e contestualizzazione storica") era un richiamo esplicito al fatto che don Dante Ricci fosse un prete cattolico.

Altro

Osservazioni personali:
Nel testo della tomba la lettera I non è più presente nelle parole "Ricci", "ira", "fermi" e "congiunti" (prima I).

Sulla pagina sinistra del retro del santino di morte (v. galleria) è presente il seguente testo aggiuntivo rispetto al documento originale scritto a mano da Giuseppe Videschi (1927 - 2010), che era nato e vissuto a Pratovalle:
"(Croce latina) caduto per Rappr.
Ricci Don Dante
Loro Ciuffenna
per Pratovalle".

All'interno del cimitero di Pratovalle e Roveraia si trova anche la tomba di Rinaldo Mori ("Tomba di Rinaldo Mori al Cimitero di Pratovalle e Roveraia" - https://www.pietredellamemoria.it/pietre/tomba-di-rinaldo-mori-al-cimitero-di-pratovalle-e-roveraia-loro-ciuffenna-ar/).

Don Dante Ricci viene ricordato anche nelle Pietre della Memoria di seguito indicate:
1. "Lapide ai martiri della barbarie nazifascista" di Loro Ciuffenna (https://www.pietredellamemoria.it/pietre/lapide-ai-martiri-della-barbarie-nazi-fascista-di-loro-ciuffenna/);
2. "Monumento ai Caduti di Faeto, Casamone, Pratovalle e Roveraia" di Faeto (https://www.pietredellamemoria.it/pietre/cippo-ai-caduti-di-faeto-e-casamone-della-prima-e-seconda-guerra-mondiale/);
3. "Parco della Rimembranza ai Caduti di Pratovalle e Roveraia nella Grande Guerra" di Pratovalle (https://www.pietredellamemoria.it/pietre/monumento-ai-caduti-di-pratovalle-nella-grande-guerra/).

In galleria sono presenti:
1. Una foto dell'ossario posto nella struttura multipiano rivolta verso via Poggio a Ronco realizzato a seguito della rimozione della tomba originale nel 2019, che attualmente ospita le spoglie del parroco (v. sezione "notizie e contestualizzazione storica").
2. Tre fotografie (fronte, retro e volto) del santino di morte di don Dante Ricci del 1945, posseduto dall'autore; la foto del retro, che presenta alcune parti in bianco chiaro in prossimità dell'estremità superiore sinistra, non si presenta con tale aspetto nella sua versione originale ma è stata modificata dall'autore allo scopo di tutelare la privacy.

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