101125 - Torre della Vittoria ai Caduti della Grande Guerra – Ferrara

Ferrara ha dedicato alla commemorazione dei suoi Caduti del 1915-18 la torre della Vittoria.

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Indirizzo:
Piazza Trento e Trieste
CAP:
44121
Latitudine:
44.83518719999999
Longitudine:
11.620017400000051

Informazioni

Luogo di collocazione:
lato strada
Data di collocazione:
1928
Materiali (Generico):
Bronzo, Marmo, Altro
Materiali (Dettaglio):
Torre in laterizio, statua in bronzo, cancello in ferro
Stato di conservazione:
Ottimo
Ente preposto alla conservazione:
Comune di Ferrara
Notizie e contestualizzazione storica:
http://www.emiliaromagna.beniculturali.it/index.php?it/108/ricerca-itinerari/47/409
La torre fu costruita nel 1928 da Girolamo Savonazzi, l’ingegnere comunale incaricato di completare i lavori iniziati nel 1923 da Venceslao Borzani riguardanti il rifacimento del prospetto principale del palazzo del Comune di Ferrara. La struttura merlata in stile neo-medievale prende spunto dalla scomparsa torre di Rigobello e si rifà al progetto di Giuseppe Castagnoli e Filippo Bordini, scartato al concorso di selezione.
Alla sommità è allogata dal 1928 una campana sorretta da sei aquile, con iscrizione nella fascia superiore, semplici decorazioni nelle fasce di base e di testa, raffigurazioni di San Giorgio patrono di Ferrara e del copatrono San Maurelio, stemma civico e littorio romano.
Sulla facciata sono inserite una targa estense trecentesca e un’epigrafe dedicata alla memoria degli eroi dettata da Giuseppe Agnelli, direttore della Biblioteca comunale Ariostea di Ferrara dal luglio 1892 alla fine del 1933.
Sotto la lapide, un ampio arco a sesto acuto schiude l’accesso al Tempio consacrato ai Caduti, con un elegante cancello in ferro battuto a protezione del sacello con la statua in bronzo della Vittoria del Piave.
La Vittoria, realizzata nel 1928 dal ferrarese Arrigo Minerbi, è una figura di donna alata, nuda, il cui viso esprime con dolente patetismo la delusione di una vittoria monca, la sofferenza per i numerosi Caduti. E’ una sorta di Vittoria perdente, trattenuta nell’impeto del volo dai ceppi che le legano le gambe a un basamento che evoca un pilone del fiume Piave. Un’opera liberty, carica di simbolismo patriottico.
Arrigo Minerbi eseguì diverse versioni della Vittoria del Piave. La prima, in marmo, deve la sua ispirazione alla disfatta di Caporetto del 1917. Dopo successive elaborazioni, la prima fusione, destinata al Monumento ai Caduti di Cuggiono (Milano) avvenne nel 1923. Nel 1924 un esemplare in bronzo fu posto presso la Torre della Vittoria di Ferrara e nel 1935 un altro esemplare fu collocato all’ingresso del Vittoriale da Gabriele D’Annunzio che per l’artista Minerbi aveva una particolare predilezione.

Contenuti

Iscrizioni:
[torre della Vittoria, lapide]: HEROUM MEMORIA/ PERPETUO REVIRESCIT/ MCMXV MCMXVIII
[cancello, base]: MCMXXVIII
[tempio della Vittoria, piedistallo della statua]: ME/ AGMINIS SUPER UNDAS/ VINCTAM TENUERE VICTORES/ NUNC TUTAM SERVATE/ CIVES/ ET BONA PERACTIS JUNGITE FATA/ MCMXV-MCMXVIII
[tempio della Vittoria, base della statua]: LA VITTORIA DEL PIAVE
[tempio della Vittoria, pilone]: XXIIII MAGGIO/ MCMXV// IV-NOV// (lato destro) EMBRE MCMXVIII
[campana, fascia superiore]: MENTEM SANCTAM SPONTANEAM HONOREM DEO ET PATRIA E LIBERATIONEM
Simboli:
Informazione non reperita

Altro

Osservazioni personali:
Informazione non reperita

Gallery