235102 - Pietre d’inciampo in memoria di Mario Provasi e Luigi Frazza – Milano

Le pietre d’inciampo sono cubetti di porfido di circa 10×10 cm.   ricoperti di ottone con inciso il nome, il cognome, luogo e data di nascita e morte della persona deportata che si commemora. Queste due sono inserite nel marciapiede davanti a quella che fu l’abitazione di Mario Provasi e Luigi Frazza.

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Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
quartiere Stadera
Indirizzo:
via Nicola Palmieri, 22
CAP:
20141
Latitudine:
45.434924501953
Longitudine:
9.177683117791

Informazioni

Luogo di collocazione:
Marciapiede di via Palmieri 22, dove abitarono entrambi.
Data di collocazione:
2020 Provasi, 2022 Frazza
Materiali (Generico):
Ottone, Pietra
Materiali (Dettaglio):
porfido rivestito in ottone inciso
Stato di conservazione:
Ottimo
Ente preposto alla conservazione:
Informazione non reperita
Notizie e contestualizzazione storica:
  • Mario Infante Provasi
    di Sante e Teresa Affini nacque a Mantova il 24 settembre 1899.
    Combatté nella prima guerra mondiale nel 98° fanteria. Fu congedo illimitatamente a causa di una ferita alla testa provocate da una scheggia di granata.
    Trasferitosi a Milano, lavorò come tappezziere e come sellaio.
    Il 20 luglio 1925 sposò Maria Dacomo che gli dette Silvia, la loro prima figlia.
    Negli anni ’30 si stabilirono in via Palmieri 22, nel quartiere Stadera, dove nacquero e ben presto morirono i figli Renata, Arnaldo ed Elvezia.
    Il 21 novembre 1943 nacque l’ultima loro figlia e vollero dare anche a lei il nome Elvezia.
    Mario Provasi fece parte attiva nella 113° Brigata Garibaldi che operava prevalentemente nel quartiere Stadera.
    Nel marzo del 1944 il portinaio dello stabile, denunciò Provasi per aver ospitato dei partigiani. Cosicché fu arrestato e con altri 105 milanesi deportato a Fossoli, poi cole "Trasporto 32" durato dal 8 al 11 marzo 1944, spedito a Firenze e poi a Mauthausen (matricola 57356) ed il 4 luglio 1944 nuovamente trasferito campo di Mauthausen dove morì all'età di 45 anni.

  • Luigi Frazza
    di Giovanni, nacque il 26 settembre 1899 a Lonigo, in provincia di Vicenza.
    Si trasferì a Milano e trovò impiego presso quella che attualmente è l'AMSA, alla guida dei carri per la raccolta manuale dei rifiuti, a quel tempo trainati dai cavalli.
    Sposò Ida Orsini che morì dopo breve tempo dall'aver partorito una figlia.
    Luigi si risposò con Emma Grandini e poco tempo dopo aver dato alla luce Bruno Frazza, si stabilirono in via Palmieri 22, nel quartiere che prima di esser chiamato 'Stadera' era chiamato 'Baia del Re'.

    Scoperta la sua attività antifascista e la militanza nel Partito Comunista nella 113 Brigata Garibaldi, il giorno 1 marzo 1944 i fascisti lo prelevarono assieme a sua moglie Emma Grandini (che dopo due mesi fu liberata grazie all'interessamento della ditta dove lavorava) dalla sua abitazione, lo rinchiusero nelle carceri di San Vittore. Da lì fu deportato col 'trasporto 22' per Mauthausen, passando per Firenze, Fossoli, Verona.
    Giunto e Mauthausen, fu nuovamente trasferito ad Ebensee (Cement) dove morì il 24 giugno 1944 all'età di 45 anni.

    Parte di queste informazioni furono riportate da Corrado Tarcisio, un deportato che riuscì a tornare alla sua casa in viale Umbria 21. Egli disse che Luigi Frazza cercò sua moglie ovunque all'interno dei campi, non sapendo che era stata liberata. Non trovandola si demoralizzò e visse in depressione fino alla sua uccisione nel forno crematorio.
    La motivazione addotta per l'arresto di Emma Grandini, fu il fatto che sua sorella Alice Grandini, già condannata alla pena di morte era sfuggita alla cattura.
    Alice Grandini tornò a Milano il 25 aprile ed alcuni giorni dopo fu ucciso il fascista responsabile di aver denunciato Emma, Alice e Luigi Frazza.
    Ad Emma Grandini il sindaco di Milano Aldo Aniasi, consegnò la medaglia d'oro alla memoria di suo marito Luigi Frazza.

    Nello stabile di via Palmieri 22 situato nel quartiere Stadera, con Mario Provasi e Luigi Frazza, lo stesso giorno furono catturati e subirono la stessa sorte i partigiani: Luigi Negroni, e Paolo Volpi, ricordati in:
  • Lastra collettiva via Palmieri 22
  • ai Caduti per la Libertà – Cimitero Maggiore – Milano
  • ai Caduti per la Libertà – Loggia dei Mercanti – Milano
  • ai Caduti nei Lager in Germania – Milano
  • Memoriale ai Caduti – Idroscalo - Milano
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    FONTI:
  • Biblioteca digitale di Milano
  • Pietredinciampo.eu
  • Wikipedia: I municipi di Milano

  • Contenuti

    Iscrizioni:
    pietra d'inciampo a sinistra:


    QUI ABITAVA
    MARIO PROVASI
    NATO 1899
    ARRESTATO 1.3.1944
    DEPORTATO
    MATHAUSEN
    ASSASSINATO 18.8.1944


    pietra d'inciampo a destra:


    QUI ABITAVA
    LUIGI FRAZZA
    NATO 1899
    ARRESTATO 1.3.1944
    DEPORTATO
    MATHAUSEN
    ASSASSINATO 24.6.1944
    EBENSEE

    Simboli:
    Informazione non reperita

    Altro

    Osservazioni personali:

    ______________________________________

    IL QUARTIERE STADERA



    La zona municipale 15 di Milano comprende i quartieri: Porta Vigentina-Porta Lodovica, Ticinese-Conca del Naviglio, Scalo Romana, Chiaravalle, Morivione, Vigentino-Fatima, Quintosole, Ronchetto delle Rane, Gratosoglio-Missaglia-Terrazze, Stadera-Chiesa Rossa-Torretta-Conca Fallata, Tibaldi, Parco delle Abbazie, Parco dei Navigli, Cantalupa.

    Il quartiere Stadera che dagli anni '70 del '900 è parte del Municipio 15 di Milano, nacque agli inizi degli anni '30 del '900.
    Prese il nome dall'omonimo strumento per la pesa delle merci che anticamente era posto in un cascina prossima all'ingresso delle merci nella cerchia di Milano: una specie di dazio.
    Il regime fascista battezzò questo quartiere "Quartiere XXVIII Ottobre" in ricordo della "marcia su Roma", ma buona parte dei lavoratori e degli abitanti confinati in questo quartiere ghetto ai margini della città, respinsero con forza questo nome, ribattezzandolo a loro volta "Baia del Re", ovvero il nome base di partenza della tragica spedizione Nobile al Polo Nord. Un gesto che può essere facilmente letto come: "siamo italiani, non fascisti", come gli abitanti dimostrarono resistendo ai tedeschi durante la guerra, con l'antifascismo durante le lotte partigiane e dei tragici giorni delle vittoriose insurrezioni che portarono alla Liberazione.

    Un quartiere che fu protagonista nel dare un notevole contributo alla Resistenza, nella lotta contro il nazifascismo, pagato al costo di tante vite dei suoi giovani ragazzi che intrapresero la via dei monti e di quelle valli dove i nazisti in fuga con la collaborazione dei fascisti, mietevano vittime fra i partigiani.
    Questo risulta evidente a chi camminando oggi per le vie del quartiere Stadera volge lo sguardo sul gran numero di lapidi disseminate nelle sue vie. Si contano anche numerosi supporti per la bandiera nazionale che ogni ricorrenza del 25 aprile, commemora la Liberazione, a dimostrazione di un certo spirito patriottico, quello che nonostante i gravi rischi spinse gli abitanti a lottare contro i tedeschi invasori, a lottare contro i fascisti in seguito ed infine nella lotta di classe per i diritti dei lavoratori.
    Il quartiere Stadera fu senza dubbio uno dei più attivi protagonisti nella città di Milano che da 'culla del fascismo' divenne la 'Capitale della Resistenza' soprattutto per merito della classe operaia.

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