239819 - Lapide in memoria di Silvano Martinini – Milano

La lapide che commemora Silvano Martinini è realizzata in granito rosato particolarmente granuloso, tanto da confondersi molto con le iscrizioni, incise, smaltate in rosso, ma scarsamente leggibili.

Essa misura approssimative 50×30 ed è fissata alla parete evitando di praticare i fori per gli abituali chiodi.

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Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
quartiere Stadera
Indirizzo:
via Nicola Palmieri 6
CAP:
20141
Latitudine:
45.4349296
Longitudine:
9.1748226

Informazioni

Luogo di collocazione:
Ad una altezza di circa 3 metri dal suolo, sulla parete esterna dello stabile dove Giovanni abitò, a sinistra dell'ampia arcata di ingresso..
Data di collocazione:
Informazione non reperita
Materiali (Generico):
Altro
Materiali (Dettaglio):
Granito porrino
Stato di conservazione:
Insufficiente
Ente preposto alla conservazione:
Informazione non reperita
Notizie e contestualizzazione storica:
  • Silvano Martinini
    figlio di Ettore e Ardilia Bartoli, nacque a Milano il 13 maggio 1923 ed abitò in via Palmieri 6.
    Nel 27 settembre 1941 entrò nel corpo dei Vigili del Fuoco di Milano.
    Dal 1943 Fece parte della 43a Brigata d'assalto in Veneto.
    Il 5 settembre 1944 i partigiani sul Monte Soglio e Monte del Bandito subirono un pesante attacco dei nazifascisti, con cui iniziarono la tremenda "Operazione Strassburg", mirata alla eliminazione di ogni resistenza e ad impossessarsi definitivamente dei punti strategici lungo i valichi alpini, temendo l'invasione Alleata.
    Il 9 settembre Silvano Martinini, Giuseppe Ronco (detto Krik), Aldo Grivet Ciach (detto Fulmine) furono incaricati dal loro comandante Giovanni Picat Re (detto Pierotti) di trasportare sul monte Soglio una pesante mitragliatrice ricevuta con altre armi grazie ad un aviolancio.

    Il loro compagno Maurizio Perona, testimoniò che i due sanmauriziesi e Silvano Martinini raggiunsero con gran fatica la cima del monte Soglio, avvolta da una fitta nebbia.
    Scorsero alcune confuse sagome, ma diversamente da come speravano, si trattava di paracadutisti fascisti che li circondarono e li condussero al comando fascista di Pratiglione.
    Furono sottoposti inutilmente alle rituali turture per strappar loro qualche qualche nome ed informazioni circa i segnali di riconoscimento degli aerei alleati che effettuavano i lanci.
    Silvano Martinini, all'età di 21 anni fu fucilato assieme ai suoi compagni nella lotta per la Liberazione dal nazifascismo. Lasciò la moglie e due bimbe, una delle quali non conobbe mai.

    Silvano Martinini è ricordato anche in
  • Lapide ai Caduti del 52o Corpo dei Vigili del fuoco - Milano
  • Memoriale ai Caduti – Idroscalo di Milano
  • ai Caduti per la Libertà – Cimitero Maggiore – Milano
  • ai Caduti per la Libertà – Loggia dei Mercanti – Milano
    ______________________________________

    FONTI:

  • A.N.P.I. Milano
  • A.N.P.I San Maurizio Canavese
  • impronteneltempo
  • Wikipedia: I municipi di Milano
  • lapide ai Caduti del 52° Corpo Vigili del Fuoco di Milano
  • Contenuti

    Iscrizioni:


    13-5-1923 11-9-1944
    SILVANO MARTININI
    PATRIOTA
    FUCILATO DALLE ORDE NAZIFASCISTE
    A PRATIGLIONE
    A PERENNE RICORDO


    Simboli:
    Informazione non reperita

    Altro

    Osservazioni personali:

    IL QUARTIERE STADERA


    La zona municipale 15 di Milano comprende i quartieri: Porta Vigentina-Porta Lodovica, Ticinese-Conca del Naviglio, Scalo Romana, Chiaravalle, Morivione, Vigentino-Fatima, Quintosole, Ronchetto delle Rane, Gratosoglio-Missaglia-Terrazze, Stadera-Chiesa Rossa-Torretta-Conca Fallata, Tibaldi, Parco delle Abbazie, Parco dei Navigli, Cantalupa.

    Il quartiere Stadera che dagli anni '70 del '900 è parte del Municipio 15 di Milano, nacque agli inizi degli anni '30 del '900.
    Prese il nome dall'omonimo strumento per la pesa delle merci che anticamente era posto in un cascina prossima all'ingresso delle merci nella cerchia di Milano: una specie di dazio.
    Il regime fascista battezzò questo quartiere "Quartiere XXVIII Ottobre" in ricordo della "marcia su Roma", ma buona parte dei lavoratori e degli abitanti confinati in questo quartiere ghetto ai margini della città, respinsero con forza questo nome, ribattezzandolo a loro volta "Baia del Re", ovvero il nome base di partenza della tragica spedizione Nobile al Polo Nord. Un gesto che può essere facilmente letto come: "siamo italiani, non fascisti", come gli abitanti dimostrarono resistendo ai tedeschi durante la guerra, con l'antifascismo durante le lotte partigiane e dei tragici giorni delle vittoriose insurrezioni che portarono alla Liberazione.

    Un quartiere che fu protagonista nel dare un notevole contributo alla Resistenza, nella lotta contro il nazifascismo, pagato al costo di tante vite dei suoi giovani ragazzi che intrapresero la via dei monti e di quelle valli dove i nazisti in fuga con la collaborazione dei fascisti, mietevano vittime fra i partigiani.
    Questo risulta evidente a chi camminando oggi per le vie del quartiere Stadera volge lo sguardo sul gran numero di lapidi disseminate nelle sue vie. Si contano anche numerosi supporti per la bandiera nazionale che ogni ricorrenza del 25 aprile, commemora la Liberazione, a dimostrazione di un certo spirito patriottico, quello che nonostante i gravi rischi spinse gli abitanti a lottare contro i tedeschi invasori, a lottare contro i fascisti in seguito ed infine nella lotta di classe per i diritti dei lavoratori.
    Il quartiere Stadera fu senza dubbio uno dei più attivi protagonisti nella città di Milano che da 'culla del fascismo' divenne la 'Capitale della Resistenza' soprattutto per merito della classe operaia.

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