281228 - Lapide in via Moscova a ricordo dei Caduti – Milano

La lapide misura approssimativamente metri 1,2 x 3,5 ed è collocata all’interno di un ribassamento rettangolare di doppie dimensioni, nella parete di marmo sul lato destro dell’edificio di via Moscova 4, rivolto verso il numero civico 2.
Essendo fissata piuttosto in alto, il lato inferiore si trova a circa 2 metri dal suolo.
La grande lapide è dedicata alla memoria di 3 Caduti per la Liberazione, 10 nelle campagne di Grecia, Jugoslavia e Russia, nonché di 2 vittime civili.

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Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Porta Venezia
Indirizzo:
via della Moscova 4
CAP:
20121
Latitudine:
45.475708299462
Longitudine:
9.1958450177216

Informazioni

Luogo di collocazione:
parete esterna laterale, rivolta verso il numero civico 2 e Giardini pubblici (Giardini Indro Montanelli)
Data di collocazione:
Informazione non reperita
Materiali (Generico):
Bronzo, Marmo
Materiali (Dettaglio):
marmo, bronzo
Stato di conservazione:
Insufficiente
Ente preposto alla conservazione:
A.N.P.I. Milano
Notizie e contestualizzazione storica:

  • Salvatore Lucilio nacque il 23 ottobre 1886 a Chieti. A Milano abitò in via Tommaso Gulli.
    Col Trasporto 81 fu deportato a Flossenbürg, dove con matricola 21803, fu ucciso il 16 ottobre 1944 all'età di 58 anni.

  • Emilio Pietragrua nacque il 6 luglio 1921 a Milano. Egli è ricordato in più opere commemorative: nel luogo dove fu ucciso, nelle zone in cui combatté e principalmente con la lastra nel luogo dove egli visse:
  • Lastra a ricordo di Emilio Pietragrua - Milano

  • Erminio Sacchetta nacque il 15 novembre 1893 a Trani, in provincia di Bari. Come ingegnere svolse il suo lavoro per l'Intendenza di Finanza che nel 1925 lo inviò a Tripoli. Con la moglie Raffaella Buozzi e i loro tre figli: Armando, nato nel 1922 ad Acquaviva delle Fonti; Vera, nata nel 1925 a bordo di una nave in acque italiane; e Edmea, nata nel 1927 a Tripoli, vissero in questa città finché ad Erminio fu concesso il rientro in patria con la famiglia.
    Si trasferì a Milano, dove, come partigiano, fu scoperto, arrestato ed imprigionato nel carcere milanese di San Vittore.
    Nel frattempo, suo figlio Armando, Guardiamarina di vascello, divenne membro della 'Missione Zucca'. Il 28 settembre 1944 fu arrestato ed imprigionato insieme al padre.
    Il 17 ottobre, Erminio (con matricola 5195) e suo figlio furono inviati al campo di raccolta di Bolzano, aperto dopo lo smantellamento di quello di Fossoli.
    L'8 gennaio 1945, Erminio, col trasporto 115, fu deportato da Bolzano a Mauthausen, dove giunse l’11 gennaio.
    Il giorno 1 febbraio 1945, l'internato 'Kz 115.710' Erminio Sacchetta fu trasferito a Gusen al 'blocco 9', dove il 28 febbraio fu dichiarato morto per presunta ‘debolezza cardiaca’, all'età di 52 anni.

    FONTI
  • Trasporto 81: Salvatore Lucilio
  • ChieraCostui: Partigiani e caduti di guerra 1940-1945
  • Mauthausen Memorial: Erminio Sacchetta
  • Ministero ella Difesa: Banca Dati dei Caduti e Dispersi 2ª Guerra Mondiale

    APPROFONDIMENTI
  • Pietredellamemoria: San Vittore Lastra in memoria dei detenuti – Milano
  • Wikipedia: Campo di concentramento di Fossoli
  • ANED: Mauthausen
  • ANED: Mauthausen-Gusen
  • Wikipedia: Mauthausen-Gusen

  • Contenuti

    Iscrizioni:

    PER UNA PIU' ALTA GIUSTIZIA
    IMMOLANDO LA LORO
    FULGIDA GIOVINEZZA
    CADDERO

    NELLA LOTTA DI LIBERAZIONE
    SALVATORE LUCILIO - PIETRAGRUA EMILIO

    SACCHETTA ERMINIO

    SUI CAMPI DI BATTAGLIA

    MASTROIANNI ARMANDO - GENTILINI ANTONIO
    ANGHINETTI GINO - AUDITORE PAOLO
    BALDAZZI NICOLA - CACOPARDO ROSARIO
    DURANDO RENATO - FRANCO LEONARDO
    GIANNINI AMEDEO - MOLARI GUIDO
    ROSSET MARIO - TRAVERSA SALVATORE

    VITTIME DI GUERRA
    BAVASTRO DARIO - MANTEGAZZA GIOVANNA

    Simboli:

    Il rosone superiore è una raffinata fusione in bronzo, dominata da un ampio disco su cui è scolpita in altorilievo un’allegoria della Vittoria. La figura impugna una fiaccola accesa, la cui fiamma sembra indicare 'la via' ad una donna in lacrime ed al suo amato, tornato vittorioso dal fronte, ma segnato dall'asprezza dei combattimenti.
    Nella parte superiore del disco, una fitta corona di foglie d’alloro, anch’essa in bronzo, avvolge la scena. Alle estremità pendono simbolicamente una fiaccola (a sinistra) e un gladio (a destra), emblemi di sacrificio e coraggio.
    La lapide è ancorata alla parete mediante quattro chiodi borchiati, ciascuno con una testa ornata da cerchi concentrici.
    Nella parte inferiore si trova un elegante supporto bronzeo destinato a sostenere tre lampade votive, attualmente non funzionanti.
    Sotto la lapide è infine collocata una corona finemente lavorata, che con solennità completa la composizione commemorativa.

    Altro

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    Informazione non reperita

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