264098 - Pietra d’inciampo a ricordo di Ettore Barzini – Milano

La pietra d’inciampo a ricordo di Ettore Barzini si trova in piazza Castello, 2.
Le pietre d’inciampo (stolpersteine) furono ideate dall’artista tedesco Gunter Demnig per tramandare la memoria delle persone deportate, fatte morire o uccise nei lager nazisti.
Sono cubetti di porfido con la faccia a vista ricoperta in ottone, su cui sono incisi il nome del caduto, le date e i luoghi di nascita e di morte.

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Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Centro storico
Indirizzo:
Piazza Castello, 20
CAP:
20121
Latitudine:
45.471018547522
Longitudine:
9.1817017190449

Informazioni

Luogo di collocazione:
Marciapiede di fronte a quella che fu la sua abitazione
Data di collocazione:
2022
Materiali (Generico):
Ottone, Pietra
Materiali (Dettaglio):
Cubo di porfido (10x10 centimetri) con placca in ottone sulla faccia a vista.
Stato di conservazione:
Ottimo
Ente preposto alla conservazione:
Informazione non reperita
Notizie e contestualizzazione storica:
  • Ettore Barzini
    figlio di Luigi (senior) e Mantica Pesavento, nacque il 13 aprile 1911 a Milano, prima di Emma e Luigi (junior) e dopo il fratellino Ugo.
    Il loro padre Luigi fu scrittore e, come giornalista per il *Corriere della Sera*, fu spesso inviato in Asia e in Africa.
    Ettore studiò agronomia negli Stati Uniti e lavorò in Giamaica e Somalia dove si occupò della coltivazione delle banane.
    Non essendo iscritto al Partito Fascista e ribellandosi all'uso di sostanze nocive nella lavorazione delle banane, arrivò ai "ferri corti" col governo fascista, che lo licenziò.
    Nel 1943 tornò a Milano e lavorò alla messa in sicurezza degli edifici bombardati con l'impresa Malgioglio, guadagnandosi per il suo impegno, la Medaglia al Valor Civile del Comune di Milano. In seguito, si avvicinò al gruppo *Giustizia e Libertà*, stringendo amicizia con Leopoldo Gasparotto.
    Dopo l’armistizio dell'8 settembre 1943, l'attività di Ettore nella Resistenza milanese si intensificò: si dedicò allo spionaggio, al trasporto di armi, all'uso di radio ricetrasmittenti e si prodigò per aiutare famiglie ebree e ricercati politici a fuggire in Svizzera.
    Sfortunatamente, la portinaia del palazzo in cui abitavano sia la famiglia Barzini che la famiglia del giornalista Indro Montanelli, informò i fascisti su chi svolgeva attività sovversive.
    L'11 dicembre 1943, i fascisti, non trovando in casa Indro Montanelli, arrestarono sua moglie e la condussero nel carcere milanese di San Vittore insieme a Ettore Barzini, Leopoldo Gasparotto e numerosi altri appartenenti al loro gruppo.
    Il 27 aprile 1944, dal Binario 21 della Stazione Centrale di Milano, Ettore fu deportato al campo di transito di Fossoli (Baracca 18). Da Fossoli fu inviato a Bolzano ed il 5 agosto 1944, col trasporto 73 fu deportato a Mauthausen, dove con matricola 82272, arrivò il 7 agosto 1944 e fu classificato come "tecnico". Da Mauthausen fu trasferito a Gusen e successivamente a Quartz-Melk, dove il 13 marzo 1945 morì all'età di 33 anni.

    Ettore è ricordato nei:

    Egli è ricordato nei:
  • giardini dei Giusti di Civitavecchia (prov. Roma)
  • giardini dei Giusti di Nichelino (prov. Torino)

    FONTI:
  • Pietredinciampo.eu
  • Il rifugio dell'ircocervo: Il mistero di Ettore Barzini
  • Il foglio: La storia mancata di Ettore Barzini
  • wikipedia: Ettore Barzini
  • Giardini dei Giusti: Ettore Barzini

    APPROFONDIMENTI:
  • Pietredellamemoria: Leopoldo Gasparotto
  • Pietredellamemoria: Lastra in memoria dei detenuti di San Vittore – Milano
  • Contenuti

    Iscrizioni:

    QUI ABITAVA
    ETTORE BARZINI
    NATO 1911
    ARRESTATO 11.12.1943
    DEPORTATO
    MAUTHAUSEN
    ASSASSINATO 13.8.1945
    MELK


    Simboli:
    Informazione non reperita

    Altro

    Osservazioni personali:
    Informazione non reperita

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