247211 - Lapide ai cinquantuno Martiri del 3 Aprile 1944 – Cumiana (TO)

La lapide dedicata ai 51 civili uccisi dai nazifascisti il 3 luglio del 1944 è formata da due lastre affiancate, poste sulla parete laterale della cascina Riva di Caia, nel luogo dove avvenne la strage. Davanti alla lapide, all’interno di una zona rettangolare di rispetto, pavimentata e con recinzione, è posto un semplice altare in pietra.

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Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Indirizzo:
Via Provinciale, 49
CAP:
10040
Latitudine:
44.978720784328
Longitudine:
7.3801714673489

Informazioni

Luogo di collocazione:
Parete edificio
Data di collocazione:
Informazione non reperita
Materiali (Generico):
Bronzo, Marmo, Pietra
Materiali (Dettaglio):
Lapidi affiancate in granito con iscrizioni a lettere in bronzo; altare, vaso portafiori e pavimentazione in pietra; recinzione in ferro battuto. E' presente un'asta portabandiera.
Stato di conservazione:
Ottimo
Ente preposto alla conservazione:
Comune di Cumiana
Notizie e contestualizzazione storica:
Per informazioni complete sull'eccidio, si vedano anche le due schede sulle Pietre:
- Sacrario dei cinquantuno Martiri del 3 Aprile 1944, eretto al Cimitero;
- Monumento ai cinquantuno Martiri del 3 Aprile 1944, posto lungo la via Provinciale all'altezza della cascina.

A partire dall’autunno 1943 Cumiana è al centro di una attiva presenza partigiana. Essa si intensifica nell’inverno, favorita dalla particolare conformazione del territorio, a metà strada fra l’alta montagna e la grande città.
All'alba del 30 marzo 1944 giungono a Cumiana consistenti reparti del VII Battaglione Milizia Armata, le cosiddette SS italiane: un centinaio di uomini in tutto, comandati da ufficiali tedeschi, da qualche giorno accasermati all'Istituto Agrario delle Cascine Nuove, a 7 km dal centro del paese, per un periodo di addestramento.

La presenza delle SS a Cumiana indica una volontà di controllo che preoccupa i partigiani perché rende impraticabili i collegamenti col pinerolese, essenziali per le puntate in pianura, dove ci sono depositi e ammassi, giacché le altre direttrici sono controllate dai presidi GNR di Avigliana e Sangano. Riuniti alle prime luci dell'alba, i capi partigiani decidono un'azione per la mattinata successiva. Verificata la consistenza dei presidio (una quarantina di SS, sparse fra piazza Vecchia, via Giaveno e via Chisola), i partigiani decidono una manovra d'accerchiamento.

Il grosso del presidio, trentadue SS italiani e due sottufficiali tedeschi, si consegna prigioniero. Nella mezz'ora di fuoco i nazifascisti hanno avuto diciannove feriti, uno dei quali morirà all'ospedale di Pinerolo il giorno stesso; tra i partigiani sono caduti Andrea Gaido, 23 anni, di Carmagnola e Lillo Moncada, un siciliano della banda “Nicoletta”. La rappresaglia tedesca non si fa attendere. Alle due del pomeriggio del 1° aprile, qualche ora dopo il conflitto di Piazza Vecchia, Cumiana è occupata da reparti tedeschi e repubblicani fatti affluire dalle caserme di Pinerolo e di Torino: le case dalle quali i partigiani hanno aperto il fuoco vengono incendiate coi lanciafiamme. Mentre le abitazioni bruciano, i tedeschi rastrellano il paese metro per metro prendendo in ostaggio tutti gli uomini: circa centocinquanta persone vengono concentrate al collegio salesiano delle Cascine Nuove, dove le SS hanno il loro comando.

La minaccia di fucilare gli ostaggi se non verranno restituiti i trentaquattro prigionieri si diffonde nella mattinata del 2 aprile. La discussione tra i partigiani è accesa e anche Giulio Nicoletta, chiamato dal fratello, scende a Forno per dare il proprio contributo. Verso le 15.00 si giunge alla votazione e la maggioranza risulta favorevole allo scambio. Il medico condotto di Cumiana, Michelangelo Ferrero, viene ufficialmente incaricato della mediazione. Con lui sale a Forno il parroco, don Pozzo.

Ma i tedeschi non hanno aspettato l'esito delle trattative. Verso le due del pomeriggio 58 uomini scelti a caso fra gli ostaggi sono avviati verso il paese. Nel prato a fianco della cascina Riva di Caia, al tramonto, inizia il massacro. Mentre le SS italiane, con i fucili puntati, impediscono tentativi di fuga, il maresciallo Rokita prende gli ostaggi a gruppi di tre, li conduce dietro l'angolo della cascina e li fredda uno dopo l'altro a colpi di Luger calibro 9. Ubriaco di cognac, il sottufficiale continua le esecuzioni sino a che uno degli ostaggi, Vincenzo Ambrosio, negoziante in ferramenta, cade all'indietro, alla vista dei superstiti, che capiscono e tentano la fuga. Anche le SS italiane sparano contro i fuggitivi e dei cinquantotto ostaggi trascinati alla cascina Riva di Caia ben cinquantuno giacciono morti quando l'auto del dottor Ferrero, passando da Bruino e Piossasco, arriva a Cumiana, un'ora dopo l'eccidio. Nicoletta incontra all'albergo della stazione il tenente Renninger, il quale, solo dopo molte esitazioni, lo informa che la condanna dei civili è già stata eseguita.

I morti, per ordine del comando tedesco, sono seppelliti in una fossa comune. Un mese dopo, il 3 maggio, sono riesumati da una squadra di carcerati delle Nuove di Torino scortati da un reparto di SS italiane. Le salme sono spruzzate di acidi e sostanze caustiche perché siano rese irriconoscibili e quindi riseppellete in una fossa più profonda. Per Cumiana la vicenda si conclude con cinquantuno vittime, quarantacinque orfani, trentatré vedove e quasi metà del paese incendiato.

Anton Renninger, divenuto dopo la guerra dirigente di un'industria alimentare, viene rinviato a giudizio dal tribunale militare di Torino nel 1999. Non si presenta al processo e muore il 6 aprile del 2000 nella città di Erlangen, nelle vicinanze di Norimberga, dove era vissuto indisturbato per decenni.

Fonti:
- La strage di Cumiana. Cenni., su memorialcumiana.it;
- 1944 – 3 aprile: l’eccidio di Cumiana, su I Luoghi della Memoria, La Resistenza in Val Sangone.

Si vedano anche:
- Cumiana, 03.04.1944 (Torino - Piemonte), su Atlante delle stragi Naziste e Fasciste in Italia
- Strage di Cumiana, su Wikipedia
- L’ECCIDIO DI CUMIANA – 3 APRILE 1944, su valchisone.it, Portale della Val Chisone e Germanasca Pinerolese

Contenuti

Iscrizioni:
I NOMI GLORIOSI DEI MARTIRI TRUCIDATI IL 3 APRILE 1944
GIA' SCRITTI NEL CUORE DI TUTTI
PERCHE' FOSSERO ETERNATI NEL MARMO
I CUMIANESI SCRISSERO
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AIRASCA CELESTINO D'ANNI 28 / GASTONE ANSELMO D'ANNI 66
AMBROSIO VINCENZO 63 / GATTONE ENRICO 46
AME' MARCELLO 42 / GIACOMINO MARIO 22
AME' MICHELANGELO 38 / GIORDA MICHELE 37
AMEDEO DOMENICO 47 / MAGO GIUSEPPE 33
AMEDEO FORTUNATO 47 / MALETTO GIUSEPPE 45
BAUDINO CESARE 49 / MALLI UMBERTO 54
BIANCO IGNAZIO 52 / MOLLAR LUIGI 50
BURDINO GIOVANNI 42 / MOLLAR CESARE 43
BURDINO LORENZO 16 / MORATTO GIOVANNI 30
CAMUSSO GIUSEPPE 61 / MORELLO LEONILDO 70
CANALE GIACOMO 35 / OLMO MICHELE 65
CANALE GIOVANNI 39 / PACCHIOTTI FRANCESCO 40
CARELLO ANGELO 49 / PIZZIGATI ERMENEGILDO 30
CARELLO GIOVANNI 38 / PONZO MICHELE 27
CARELLO MICHELE 40 / RECROSIO VALENTINO 41
CHIANTORE ANGELO 40 / ROLANDO ENRICO 31
CHIANTORE MARIO 40 / ROMERO GIOVANNI 43
DAGHERO DARIO 35 / ROMERO VINCENZO 42
DAGHERO GIACOMO 44 / RUFFINATTO ALESSANDRO 43
DAGHERO GIOVANNI 42 / RUFFINATTO GIOVANNI 18
DAGHERO RICCARDO 25 / RUFFINO CLEMENTE 47
DAGHERO SILVIO 65 / TRAVERSA LUIGI 43
DURANDO LUIGI 43 / UGHETTI FELICE 32
FASSETTA ERALDO 34 / VAGLIO GIOVANNI 38
FAVRO GIUSEPPE 31
Simboli:
Non sono presenti simboli

Altro

Osservazioni personali:
I nomi dei 51 uomini fucilati a cascina Riva di Caia sono ricordati, insieme ad altri, anche su una lastra posta sul monumento ai Caduti di Cumiana, nei giardini in vicinanza del Municipio.

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