Posizione
- Nazione:
- Italia
- Indirizzo:
- Corso Magenta, 24
- CAP:
- 20121
- Latitudine:
- 45.4659341
- Longitudine:
- 9.1781863
Informazioni
- Luogo di collocazione:
- Chiostro a sinistra dell'ingresso
- Data di collocazione:
- Informazione non reperita
- Materiali (Generico):
- Bronzo, Marmo
- Materiali (Dettaglio):
- Marmo di Candoglia ed elementi in bronzo
- Stato di conservazione:
- Sufficiente
- Ente preposto alla conservazione:
- Informazione non reperita
- Notizie e contestualizzazione storica:
-
La lapide fu collocata in questo prestigioso palazzo lombardo (oggi sede dei Beni Culturali), fin da quando con sue precedenti denominazioni, era sede della DIREZIONE COMPARTIMENTALE delle Ferrovie dello Stato.
Gran parte dei nomi dei Caduti che appaiono su questa lapide, con alcune rettifiche sono ricordati anche su altre opere commemorative, collettive o individuali.
In particolare, nel Memoriale ai Caduti e Deportati, nella Stazione Centrale di Milano, è presente dal 1995 la lastra descritta in
- Pietredellamemoria: Memoriale ai Caduti e ai Deportati - Stazione Centrale di Milano
che pur rinunciando ad abbellimenti stilistici e con l'aggiunta dei nomi di figli di ferrovieri Caduti nella Resistenza.
Numerosi nomi di Caduti ricordati con queste opere commemorative, sono presenti anche sulla :
- Lapide in memoria dei ferrovieri Caduti per la Libertà, nella stazione ferroviaria di Voghera dal 25 aprile 2014 (Luoghi del Ricordo della provincia di Pavia).
Gran parte di questi ferrovieri Caduti, riposano nel:
- Campo della Gloria (campo 64) cimitero Maggiore, Milano
e sono ricordati anche con opere commemorative pubblicate in Pietredellamemoria:
- Caduti di Dergano
- Caduti di Greco-Turro
- Egido Bosè
- Francesco D'Arcangelo
- Federico Gallo
- Aristide Magni
- Carlo Mariani
- Siro Marzetti
- Dorino Mazza
- Sergio Papi
- Domenico Setti
- Luciano Tavilla
- Carlo Bazzi
FONTI
- ANPI: Memoriale dei Caduti e Deportati - Stazione Centrale di Milano
APPROFONDIMENTI
- Soprintendenza Beniculturali: Palazzo Litta
- Pietredellamemoria: Memoriale ai Caduti e ai Deportati - Stazione Centrale di Milano
Contenuti
- Iscrizioni:
I FERROVIERI TUTTI A RICORDO IMPERITURO DEI COMPAGNI CADUTI
PER IL RISCATTO DELLA LIBERTA` E DELL'ONORE DELLA PATRIA
-
BARBIERI LUIGI
BARILANI BRUNO
BATTAGLINO MARIO
BAZZI CARLO
BOTTELLI GILIO
BIANCHI ANDREA
BONDI GINO
PESSINA NINO
BOSE` EGIDIO
BOZZOLA PIETRO
CANAL SILVIO
CAPITANI GIUSEPPE
CARIGNANI ALFREDO
-
CASALETTI ABRAMO
CASTAGNETTI CESARE
CIGNOLI ANGELO
CODAZZI ALDO
COLOMBO ANTONIO
D'ARCANGELO FRANCESCO
FIUMI FERRUCCIO
GALLO FEDERICO
LUCARELLI AMEDEO
MAGNI ARISTIDE
MARIANI CARLO
MARIANI LUIGI
MARTINI MARIO
-
MARZETTI SIRO
MAZZA DORINO
PAPI SERGIO
POLESINI ANGELO
SOMENZI PALMIRO
SAVI CANDIDO
STELLA GUIDO
UGONI ENRICO
VISCARDI ENRICO
SILVESTRI ANDREA
MAFFI GIUSEPPE
-
IL C.L.N. COMPARTIMENTALE 25 APRILE 1945
- Simboli:
- La 'ruota alata' è stato a lungo il simbolo delle F.S. e spesso rappresentato sui francobolli dell'epoca.
Dopo numerosi suoi cambiamenti, ritornò 'stilizzato' negli anni 1961 e 1967.
Un grande mosaico che rappresenta una 'ruota alata' è presente nella pavimentazione della galleria principale della Stazione Centrale di Milano.
Altro
- Osservazioni personali:
- Palazzo Litta
Il complesso monumentale di Palazzo Litta, detto anche Palazzo Arese Borromeo Visconti Litta, fu commissionato dal presidente del Senato, conte Bartolomeo Arese, e costruito tra il 1642 e il 1648 su progetto dell’architetto Francesco Maria Richini che ideò anche l’Oratorio nel Cortile dell’Orologio e il Cortile d’Onore, con pianta quadrata e portici su ogni lato: un pregevole esempio di corte milanese del XVII secolo.
Nel secondo Settecento, l’oratorio situato nel Cortile dell’Orologio fu trasformato in un teatro ancor oggi in attività.
Il sistema di cortili interni ed il giardino che si apre verso Foro Bonaparte, sono tra gli elementi più affascinanti del Palazzo.
Dalla metà del XVIII secolo, la proprietà dell'edificio passò alle figlie di Bartolomeo Arese, entrambe coniugatesi con discendenti della famiglia Litta. Da quel momento il palazzo assunse il suo aspetto tardo barocco di gusto lombardo e fu chiamato Palazzo Litta Borromeo.
La spettacolare scala a forbice, progettata da Francesco Merlo e decorata in stile rococò lombardo, conduce al piano nobile, realizzato in gran parte da Antonio Cucchi.
Nel 1761, Bartolomeo Bolli realizzò l’elegante e scenografica facciata su Corso Magenta, caratterizzata da grandi lesene e da un imponente portale affiancato da due maestosi telamoni che sorreggono il balcone. Sopra di esso, un frontone ospita lo stemma della famiglia Litta, affiancato da due statue di mori.
Dallo scalone monumentale si accede al piano nobile che si apre con un’anticamera quadrata e prosegue con una serie di sale voltate, tutte ornate con decorazioni di grande pregio.
Nel 1874 il Palazzo fu venduto all’asta alla 'Società Ferroviaria Alta Italia' per poi passare alla 'Rete Mediterranea' e dal 1905 alle 'Ferrovie dello Stato' che vi insediò la sua Direzione Compartimentale.
Notevolmente danneggiato dai bombardamenti della seconda guerra, fu prontamente ripristinato.
Nel 1996 il complesso è 'Patrimonio inalienabile dello Stato' e nel 2007, la parte più ampia e prestigiosa dell’edificio fu assegnata al Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Lombardia. Attualmente, ospita anche la Soprintendenza Archivistica della Lombardia e uno spazio dedicato al dibattito scientifico e alla promozione della cultura.