282138 - Lapide ai ferrovieri caduti per la patria – Palazzo Litta – Milano

La lapide che ricorda i ferrovieri Caduti per la patria si trova nel loggiato del primo cortile di Palazzo Litta, a Milano.
È realizzata in marmo di Candoglia, misura approssimativamente 180 x 90 centimetri ed è fissata alla parete del loggiato tramite chiodi borchiati.
Le iscrizioni, in caratteri capitali incisi e smaltati in rosso-bruno, iniziano con la dedicatoria, proseguono coi nomi dei caduti disposti su tre colonne e terminano con la denominazione di chi commissionò l’opera e la data della delibera.
I bordi della lastra sono lavorati in modo da alleggerirne l’aspetto. La parte centrale degli spigoli dei quattro lati, sono lavorati in modo da rendere più gradevole la lastra. Sulla parte più alta, è scolpita una ruota alata che corre su di una rotaia ferroviaria, ai lati di questa partono due spessi intrecci di foglie di alloro a sinistra e di quercia a destra, avvolti da nastri che le tengono assieme. L’opera è arricchita da una fusione in bronzo posta al di sopra che rappresenta una corona d’alloro ed al di sotto, da un elaborato supporto in bronzo per omaggi floreali ai lati ed una lampada votiva al centro.

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Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
zona Magenta - Municipio 1
Indirizzo:
Corso Magenta, 24
CAP:
20121
Latitudine:
45.4659341
Longitudine:
9.1781863

Informazioni

Luogo di collocazione:
Chiostro a sinistra dell'ingresso
Data di collocazione:
Informazione non reperita
Materiali (Generico):
Bronzo, Marmo
Materiali (Dettaglio):
Marmo di Candoglia ed elementi in bronzo
Stato di conservazione:
Sufficiente
Ente preposto alla conservazione:
Informazione non reperita
Notizie e contestualizzazione storica:

La lapide fu collocata in questo prestigioso palazzo lombardo (oggi sede dei Beni Culturali), fin da quando con sue precedenti denominazioni, era sede della DIREZIONE COMPARTIMENTALE delle Ferrovie dello Stato.
Gran parte dei nomi dei Caduti che appaiono su questa lapide, con alcune rettifiche sono ricordati anche su altre opere commemorative, collettive o individuali.
In particolare, nel Memoriale ai Caduti e Deportati, nella Stazione Centrale di Milano, è presente dal 1995 la lastra descritta in
  • Pietredellamemoria: Memoriale ai Caduti e ai Deportati - Stazione Centrale di Milano
    che pur rinunciando ad abbellimenti stilistici e con l'aggiunta dei nomi di figli di ferrovieri Caduti nella Resistenza.
    Numerosi nomi di Caduti ricordati con queste opere commemorative, sono presenti anche sulla :
  • Lapide in memoria dei ferrovieri Caduti per la Libertà, nella stazione ferroviaria di Voghera dal 25 aprile 2014 (Luoghi del Ricordo della provincia di Pavia).

    Gran parte di questi ferrovieri Caduti, riposano nel:
  • Campo della Gloria (campo 64) cimitero Maggiore, Milano
    e sono ricordati anche con opere commemorative pubblicate in Pietredellamemoria:
  • Caduti di Dergano
  • Caduti di Greco-Turro
  • Egido Bosè
  • Francesco D'Arcangelo
  • Federico Gallo
  • Aristide Magni
  • Carlo Mariani
  • Siro Marzetti
  • Dorino Mazza
  • Sergio Papi
  • Domenico Setti
  • Luciano Tavilla
  • Carlo Bazzi

    FONTI
  • ANPI: Memoriale dei Caduti e Deportati - Stazione Centrale di Milano

    APPROFONDIMENTI
  • Soprintendenza Beniculturali: Palazzo Litta
  • Contenuti

    Iscrizioni:

    I FERROVIERI TUTTI A RICORDO IMPERITURO DEI COMPAGNI CADUTI
    PER IL RISCATTO DELLA LIBERTA` E DELL'ONORE DELLA PATRIA
    -
    BARBIERI LUIGI
    BARILANI BRUNO
    BATTAGLINO MARIO
    BAZZI CARLO
    BOTTELLI GILIO
    BIANCHI ANDREA
    BONDI GINO
    PESSINA NINO
    BOSE` EGIDIO
    BOZZOLA PIETRO
    CANAL SILVIO
    CAPITANI GIUSEPPE
    CARIGNANI ALFREDO
    -
    CASALETTI ABRAMO
    CASTAGNETTI CESARE
    CIGNOLI ANGELO
    CODAZZI ALDO
    COLOMBO ANTONIO
    D'ARCANGELO FRANCESCO
    FIUMI FERRUCCIO
    GALLO FEDERICO
    LUCARELLI AMEDEO
    MAGNI ARISTIDE
    MARIANI CARLO
    MARIANI LUIGI
    MARTINI MARIO
    -
    MARZETTI SIRO
    MAZZA DORINO
    PAPI SERGIO
    POLESINI ANGELO
    SOMENZI PALMIRO
    SAVI CANDIDO
    STELLA GUIDO
    UGONI ENRICO
    VISCARDI ENRICO
    SILVESTRI ANDREA
    MAFFI GIUSEPPE
    -
    IL C.L.N. COMPARTIMENTALE 25 APRILE 1945

    Simboli:
    La 'ruota alata' è stato a lungo il simbolo delle F.S. e spesso rappresentato sui francobolli dell'epoca.
    Dopo numerosi suoi cambiamenti, ritornò 'stilizzato' negli anni 1961 e 1967.
    Un grande mosaico che rappresenta una 'ruota alata' è presente nella pavimentazione della galleria principale della Stazione Centrale di Milano.

    Altro

    Osservazioni personali:
    Palazzo Litta

    Il complesso monumentale di Palazzo Litta, detto anche Palazzo Arese Borromeo Visconti Litta, fu commissionato dal presidente del Senato, conte Bartolomeo Arese, e costruito tra il 1642 e il 1648 su progetto dell’architetto Francesco Maria Richini che ideò anche l’Oratorio nel Cortile dell’Orologio e il Cortile d’Onore, con pianta quadrata e portici su ogni lato: un pregevole esempio di corte milanese del XVII secolo.
    Nel secondo Settecento, l’oratorio situato nel Cortile dell’Orologio fu trasformato in un teatro ancor oggi in attività.
    Il sistema di cortili interni ed il giardino che si apre verso Foro Bonaparte, sono tra gli elementi più affascinanti del Palazzo.
    Dalla metà del XVIII secolo, la proprietà dell'edificio passò alle figlie di Bartolomeo Arese, entrambe coniugatesi con discendenti della famiglia Litta. Da quel momento il palazzo assunse il suo aspetto tardo barocco di gusto lombardo e fu chiamato Palazzo Litta Borromeo.
    La spettacolare scala a forbice, progettata da Francesco Merlo e decorata in stile rococò lombardo, conduce al piano nobile, realizzato in gran parte da Antonio Cucchi.
    Nel 1761, Bartolomeo Bolli realizzò l’elegante e scenografica facciata su Corso Magenta, caratterizzata da grandi lesene e da un imponente portale affiancato da due maestosi telamoni che sorreggono il balcone. Sopra di esso, un frontone ospita lo stemma della famiglia Litta, affiancato da due statue di mori.
    Dallo scalone monumentale si accede al piano nobile che si apre con un’anticamera quadrata e prosegue con una serie di sale voltate, tutte ornate con decorazioni di grande pregio.
    Nel 1874 il Palazzo fu venduto all’asta alla 'Società Ferroviaria Alta Italia' per poi passare alla 'Rete Mediterranea' e dal 1905 alle 'Ferrovie dello Stato' che vi insediò la sua Direzione Compartimentale.
    Notevolmente danneggiato dai bombardamenti della seconda guerra, fu prontamente ripristinato.
    Nel 1996 il complesso è 'Patrimonio inalienabile dello Stato' e nel 2007, la parte più ampia e prestigiosa dell’edificio fu assegnata al Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Lombardia. Attualmente, ospita anche la Soprintendenza Archivistica della Lombardia e uno spazio dedicato al dibattito scientifico e alla promozione della cultura.

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