Posizione
- Nazione:
- Italia
- Indirizzo:
- bastioni di Porta Volta, 16
- CAP:
- 20123
- Latitudine:
- 45.4792684
- Longitudine:
- 9.181417
Informazioni
- Luogo di collocazione:
- Parete di una sala al secondo piano del Liceo Carlo Tenca.
- Data di collocazione:
- 30 Giugno 1994
- Materiali (Generico):
- Bronzo, Marmo
- Materiali (Dettaglio):
- Informazione non reperita
- Stato di conservazione:
- Ottimo
- Ente preposto alla conservazione:
- Informazione non reperita
- Notizie e contestualizzazione storica:
- Aurelia Josz
figlia di Lodovico e di Emilia Finzi, nacque il 3 agosto 1869 a Firenze.
Il padre di origini ebraiche ungheresi, fu un importante incisore; sua madre nata a Ferrara, dove la comunità ebraica è ancor oggi numerosa, fu una maestra.
Quando nel 1883 la madre morì, Aurelia, solo quattordicenne, dovette occuparsi di Livia, Italo e Valeria, nati dopo di lei.
Nel 1890, ottenuto il diploma in lettere, Aurelia si trasferì a Milano dove insegnò storia e geografia presso la scuola Gaetana Agnesi in via Tabacchi e dal 1920 al 1934 presso l’Istituto Carlo Tenca, sui Bastioni di Porta Volta, dove le sue amate allieve vollero la lapide col monito da lei stessa pronunciato, tuttora esistente: “Di qualche cosa, oltre il pane, per qualche cosa che sembri degna, bisogna pur vivere”.
Titolare della cattedra di Storia e Geografia nella Scuola Normale “Gaetana Agnesi” instaurò metodi didattici innovativi, di cui solo una parte fu raccolta nei manuali scolastici.
Osservò con ammirazione i più recenti metodi didattici, che vide adottare nelle moderne scuole agricole femminili conosciute nei suoi viaggi in Svizzera, Belgio e Gran Bretagna.
Riscattò dall’arretratezza le scuole agricole italiane con l'articolo pubblicato sul 'Fanfulla della Domenica' del 1898.
In quegli anni in cui le campagne si spopolavano, l'arretratezza era ancor più grave e nelle città il proletariato diventava manodopera a basso costo, lasciato ad un tale degrado morale e sociale che ad Aurelia non poté sfuggire. Simpatizzò col socialismo nei suoi risvolti umani e sociali, ma facendo in modo che le buone idee potessero realizzarsi ed attivarsi.
La realizzazione del suo sogno di emancipazione femminile, avvenne quando il consiglio dell’orfanotrofio 'Le Stelline' (in via Magenta a Milano) aprì la 'branca di Agraria', mettendo a disposizione le aule e un piccolo appezzamento di terreno.
L’8 dicembre 1902, Aurelia fondò a Milano la prima 'Scuola pratica agricola femminile' presso la Cascina Frutteto all’interno del Parco di Monza, di fu direttrice fino al 1931. Le sue prime allieve furono le orfane che già vi risiedevano, ma in seguito furono accettate anche ragazze dall'esterno. Aurelia chiamò i più importanti agronomi ad insegnarvi, istituendo corsi teorico-pratici bi-settimanali di floricoltura, bachicoltura, apicoltura e caseificio.
Fu la concreta opportunità di riscatto sociale per le sue allieve, in linea con il 'femminismo pratico' sostenuto dall’Unione Femminile che si proponeva di arginare il progressivo degrado sociale, dovuto agli effetti disgreganti della industrializzazione e della conseguente incontrollata urbanizzazione.
Grazie al successo dell'iniziativa e per la necessità di un'area più estesa, nel 1906 nacque il Convitto nella sede di Villa Lonati ed i suoi giardini (già Villa Clerici-Melzi), adiacente all'Ospedale Ca' Granda di Niguarda (Milano) ancora attiva nel 2025, azienda agricola con l'obiettivo di preparare donne imprenditrici con competenze destinate a modernizzare il campo agricolo. Le allieve vi erano ospitate pagando una modesta retta.
Nel 1914, all’apice del suo successo, ottenne la Medaglia d’Oro del Ministero dell’Istruzione e dal 1921 al 1931 sviluppò un altro importante progetto, affiancando al corso ordinario il nuovo Corso magistrale di Agraria per la specializzazione delle maestre rurali.
Negli anni '30, il governo fascista tentò di trarre vantaggio dall'approccio non convenzionale della scuola di Aurelia Josz, vedendone una possibile convergenza con 'la battaglia per il grano'.
Fu allora chiesto ad Aurelia di istituire a S. Alessio (nei pressi di Roma), una scuola sul modello di quella di Niguarda.
Avendo però rifiutato la tessera del partito fascista, ad Aurelia fu tolta la Direzione ed anche i finanziamenti per la Scuola di Niguarda che di conseguenza fu chiusa nel 1931.
Nel 1933 la scuola fu riaperta, e fu diretta da una figura vicina al regime.
Comprensibilmente delusa ed amareggiata, Aurelia si ritirò ad Alassio dove scrisse numerosi saggi, fra cui un’edizione scolastica del 'l’Orlando innamorato' del Boiardo, il romanzo 'Severino Boezio' e la sua autobiografia: 'La donna e lo spirito rurale: storia di un'idea e di un'opera', in cui Aurelia scrisse anche: 'Si muore, ma la morte ci trova ben vivi'.
Nel 1938 nonostante l'emanazione delle leggi razziali, Aurelia si rifiutò di fuggire all'estero ed il 15 aprile 1944 fu arrestata, rinchiusa nel carcere genovese Marassi. Fu internata a Fossoli finché fu deportata ad Auschwitz-Birkenau, dove all'età di 74 anni fu uccisa il 16 aprile 1944.
I valori in cui Aurelia credette e il suo personale metodo pedagogico continuarono a vivere nella Scuola di Agraria, trasferita nel 1956 nella 'Cascina Frutteto' all’interno del Parco di Monza.
Nel 2019, fu posta anche all'interno della Cascina Frutteto una lapide a ricordo di Aurelia Josz, fondatrice della scuola.
A Monza fondò la 'Scuola di Agraria del Parco' (ancora attiva nel 2025).
Aurelia Josz fu un'eccellente insegnante di avanguardia, una figura di spicco nella cultura milanese ed italiana che rimane un importante simbolo della emancipazione femminile, pioniera dell’agraria al femminile.
Adottò innovativi metodi didattici che catturarono l’attenzione delle allieve: utilizzò il teatro, realizzando con le allieve un museo geografico e antropogeografico con materiale cartaceo.
Sul suo innovativo metodo scrisse due manuali scolastici di notevole successo.
L'imprenditrice agronoma Maria Camperio, in una sua relazione sulla 'Scuola Agraria Femminile' (fondata nel 1901 a Milano da Aurelia Josz e di cui la Camperio era presidente), sottolineò le importanti innovazioni introdotte da Aurelia.
Aurelia si dedicò soprattutto a ragazze in condizioni di disagio, offrendo l'apprendimento di un mestiere qualificato, affinché potessero recuperare la propria indipendenza ed autonomia.
Per frenare l'esodo dalle campagne, il suo successivo obbiettivo furono le ragazze di ceti popolari e piccolo-borghesi, a cui l'istituto fornì una difesa dalle insidie della grande città.
Le allieve della scuola furono spronate a promuovere la moderna agricoltura, scientifica ed aggiornata, ad opporsi alla concezione che l'agricoltura dovesse escludere ruoli femminili.
Ben inserita negli ambienti milanesi, ebbe molti riconoscimenti da importanti personaggi della cultura di quel tempo.
Sostenuta da molte altre donne dell’Unione Femminile Nazionale, fra cui Ada Negri che la elogiò anche sulle pagine del Corriere della Sera; da Alessandrina Massini Ravizza, grande operatrice in campo sociale, da Ersilia Bronzini-Majno e da Maria Camperio che fu il suo 'braccio destro'.
Aurelia fu promotrice di valori umanistici e morali: cercò di emancipare le donne dall’arretratezza culturale e sociale, insegnando metodi innovativi di coltivazione, offrendo consapevolezza e dignità di ruolo: non più semplici lavoratrici da sfruttare, bensì esperte professioniste, capaci di condurre un’azienda, proseguendo nell'autoformazione anche dopo la scuola.
«Tornate alla terra se volete essere felici !»
fu il motto che più amava ripetere alle sue allieve.
Oltre che con questa lapide, Aurelia Josz è ricordata anche con
- Lastra commemorativa ad Aurelia Josz – Monza (Pietredellamemoria)
una delle
- Pietre di inciampo ad Alassio (Pietredellamemoria), posate nel 2025 presso il
- Monumento ai Caduti di Alassio (Pietredellamemoria)
FONTI
- Enciclopedia delle donne
- Wikipedia: Aurelia Josz
- Il Giorno
- Digital Library: Josz Aurelia
- Comune di Milano: Museo botanico Aurelia Josz (Niguarda)
- Archivio storico Intesa San Paolo: Aurelia Josz
- Articolo 21: Aurelia Josz
- Pagine ebraiche: Aurelia Josz, simbolo di emancipazione
APPROFONDIMENTI
- Liceo Carlo Tenca - Milano
- Liceo Gaetana Agnesi - Milano
- Monza Flora
- Museocity: Museo Botanico Aurelia Josz
- Sussidiario: Aurelia Josz e la lezione di Tolstoj
- Treccani: Italo Josz
- Aurelia Josz
Contenuti
- Iscrizioni:
- "...DI QUALCHE COSA OLTRE IL PANE,
PER QUALCHE COSA CHE SEMBRI DEGNA,
BISOGNA PUR VIVERE."A.J.AURELIA JOSZ
FIRENZE 1869 - 1944 AUSCHWITZ
UMANA SERENA E FORTE NELLA VITA E NELLA SCUOLA
AD AUSCHWITZ GAS FUOCO CENERI
ORMAI CANUTE LE SUE ANTICHE ALLIEVE DI QUESTA SCUOLA
FERMAMENTE L'ADDITANO A QUELLE DI OGGI E DI DOMANI
AUSCHWITZ 1944 - 30 GIUGNO - 1994 MILANO
- Simboli:
- Informazione non reperita
Altro
- Osservazioni personali:
- L'edificio al numero 16 dei Bastioni di Porta Volta, attuale sede del Liceo Carlo Tenca fu costruito dal Comune di Milano nel 1906, per trasferirvi la 'Scuola Normale Carlo Tenca' che ebbe per sede via Moscova 57, in locali presi in affitto dal 1890 al 1905.
Ad ottobre del 1923, il Decreto Legge n.1054 sulla riforma dell’istruzione media, costituì il 'Regio Istituto Magistrale Carlo Tenca' riunendo nello stesso edificio in cui già stati trasferiti gli allievi del 'Liceo Carlo Tenca', anche le allieve delle ex 'Scuole Normali Femminili Maria Gaetana Agnesi' istituita nel 1860 e le allieve del 'Regio Ginnasio Magistrale di Monza'.
Per informazioni sull'attualità (e le attività) del Liceo Tenca, si faccia riferimento al sito WEB.





